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  Scritti di altri autori  »  Narrativa  »  La casa di Pietro, quarta parte di La nuova casa di Pietro, di Massimo Legnani 25/06/2023
 

Quarta parte di La nuova casa di Pietro


La casa di Pietro

di massimolegnani




Giugno arrembava con giornate di fuoco che, dopo le piogge di maggio, erano un toccasana per completare la maturazione di frutta e verdure. Pietro si era procurato una bicicletta e con questa andava spesso al consorzio agrario a chiedere consigli e acquistare sempre nuove piantine. Piselli, fagiolini, altri pomodori, pachino e cuore di bue, una frenesia, quasi un´ubriacatura, creare altre file di ortaggi, mettere a dimora, ampliare la produzione.

Lidia lo sorprese mentre zappava come un forsennato, lui non l´aveva sentita arrivare. Era sporco di terra e di sudore, lei gli sorrise sfiorandogli una spalla.

Ciao, dice, passavo di qua, e scoppia a ridere.

Pietro tace e la guarda perplesso, con il mento appoggiato al manico della zappa.

Rido perché questo non è un posto dove si passi per caso!

Pietro ha un mezzo sorriso, ma continua a tacere.

Ebbene sì, avevo voglia di vederti, ammette Lidia.

Lui vorrebbe darsi un tono, ribattere con ironia, ricordarle la promessa fatta di non venire più qui, ma non ha parole, la guarda impacciato e sente la differenza insormontabile dei pochi anni che li dividono, come pure gli sembra invalicabile l´ostacolo dell´università di lei contro il suo ITIS non finito. Ma soprattutto è il carattere vivace e imprevedibile della ragazza ad ammutolirlo.

Ma a Lidia non imbarazza il suo silenzio, lei può parlare e agire per entrambi.

Perdonami, gli sussurra accarezzandogli una guancia. Si avvicina sorridendo e lo bacia tranquilla in bocca. Ride, Lidia, e lo bacia di nuovo, con più fuoco, mentre Pietro è ancora frastornato, incapace di reagire. In realtà non vuole reagire a quell´assalto, così si lascia andare alla dolce prepotenza di lei.

Arrivarono improvvisi i giorni della felicità, una felicità a cui Pietro non era assolutamente preparato e che visse con un entusiasmo disarmato, quasi infantile. Lidia saliva da lui ogni mattina e lui ogni mattina nel vederla si stupiva come di fronte a un miraggio. Aveva imparato a sorriderle, ma ancora non aveva imparato a limitare i propri slanci, il desiderio di starle sempre appiccicato, di fare subito l´amore. Lei immancabilmente lo frenava canzonandolo, non ora, mio focoso contadino, devo studiare.

Si sedeva al sole appoggiata a una pianta con il testo di statica aperto sulle gambe, mentre Pietro si dedicava sconsolato alle incombenze dell´orto.

Per qualche ora Lidia lo ignorava, poi, seguendo uno schema istintivo che divenne presto consuetudine, chiudeva di scatto il libro e come una regina lo chiamava a sé. Pietro, qualunque cosa stesse facendo, mollava tutto e accorreva, festoso come un cane dal suo padrone.

A volte Lidia si fermava anche di notte e nel casotto rimesso a nuovo dividevano in allegria il cibo, l´amore e la brandina. A Pietro sembrava allora di vivere in una reggia.

Durò il tempo di un´estate.

Mi aiuterai nella vendemmia? Le chiese Pietro con la testa affondata tra i suoi seni.

Non posso. Dopo l´esame parto per Barcellona, vado a fare l´Erasmus.

Quanti giorni dura `sto Erasmus?

Un anno.

A Pietro crollò la reggia addosso. Da sotto le macerie sentiva Lidia esporgli i suoi progetti con una tranquillità che lo agghiacciava.

Fu una notte burrascosa, l´ultima loro notte insieme.


 
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