Quarta
parte di La
nuova casa di Pietro
La
casa di Pietro
di
massimolegnani
Giugno
arrembava con giornate di fuoco che, dopo le piogge di maggio, erano
un toccasana per completare la maturazione di frutta e verdure.
Pietro si era procurato una bicicletta e con questa andava spesso al
consorzio agrario a chiedere consigli e acquistare sempre nuove
piantine. Piselli, fagiolini, altri pomodori, pachino e cuore di bue,
una frenesia, quasi un´ubriacatura, creare altre file di ortaggi,
mettere a dimora, ampliare la produzione.
Lidia
lo sorprese mentre zappava come un forsennato, lui non l´aveva
sentita arrivare. Era sporco di terra e di sudore, lei gli sorrise
sfiorandogli una spalla.
Ciao,
dice, passavo di qua, e scoppia a ridere.
Pietro
tace e la guarda perplesso, con il mento appoggiato al manico della
zappa.
Rido
perché questo non è un posto dove si passi per caso!
Pietro
ha un mezzo sorriso, ma continua a tacere.
Ebbene
sì, avevo voglia di vederti, ammette Lidia.
Lui
vorrebbe darsi un tono, ribattere con ironia, ricordarle la promessa
fatta di non venire più qui, ma non ha parole, la guarda impacciato
e sente la differenza insormontabile dei pochi anni che li dividono,
come pure gli sembra invalicabile l´ostacolo dell´università di
lei contro il suo ITIS non finito. Ma soprattutto è il carattere
vivace e imprevedibile della ragazza ad ammutolirlo.
Ma
a Lidia non imbarazza il suo silenzio, lei può parlare e agire per
entrambi.
Perdonami,
gli sussurra accarezzandogli una guancia. Si avvicina sorridendo e lo
bacia tranquilla in bocca. Ride, Lidia, e lo bacia di nuovo, con più
fuoco, mentre Pietro è ancora frastornato, incapace di reagire. In
realtà non vuole reagire a quell´assalto, così si lascia andare
alla dolce prepotenza di lei.
Arrivarono
improvvisi i giorni della felicità, una felicità a cui Pietro non
era assolutamente preparato e che visse con un entusiasmo disarmato,
quasi infantile. Lidia saliva da lui ogni mattina e lui ogni mattina
nel vederla si stupiva come di fronte a un miraggio. Aveva imparato a
sorriderle, ma ancora non aveva imparato a limitare i propri slanci,
il desiderio di starle sempre appiccicato, di fare subito l´amore.
Lei immancabilmente lo frenava canzonandolo, non ora, mio focoso
contadino, devo studiare.
Si
sedeva al sole appoggiata a una pianta con il testo di statica aperto
sulle gambe, mentre Pietro si dedicava sconsolato alle incombenze
dell´orto.
Per
qualche ora Lidia lo ignorava, poi, seguendo uno schema istintivo che
divenne presto consuetudine, chiudeva di scatto il libro e come una
regina lo chiamava a sé. Pietro, qualunque cosa stesse facendo,
mollava tutto e accorreva, festoso come un cane dal suo padrone.
A
volte Lidia si fermava anche di notte e nel casotto rimesso a nuovo
dividevano in allegria il cibo, l´amore e la brandina. A Pietro
sembrava allora di vivere in una reggia.
Durò
il tempo di un´estate.
Mi
aiuterai nella vendemmia? Le chiese Pietro con la testa affondata
tra i suoi seni.
Non
posso. Dopo l´esame parto per Barcellona, vado a fare l´Erasmus.
Quanti
giorni dura `sto Erasmus?
Un
anno.
A
Pietro crollò la reggia addosso. Da sotto le macerie sentiva Lidia
esporgli i suoi progetti con una tranquillità che lo agghiacciava.
Fu
una notte burrascosa, l´ultima loro notte insieme.