L'ipoteca del mare
racconto di Alois Braga
Là, in quel posto, lui era arrivato facendo l'autostop.
Aveva camminato per ore prima di trovare un passaggio.
Adesso il mare, in lontananza, aprendosi in una piccola baia gli arrivava sulle
labbra come un sapore salato sospeso nel vento caldo e umido di scirocco. In
quel tardo pomeriggio di agosto inoltrato.
Era un pezzo di ragazzo, forse più giovane di quello che
sembrava. E a vederlo così, a torso nudo, con un paio di jeans indosso,
appariva ancora più bello. Avrà superato da poco i vent'anni. Magro e alto
perlomeno un metro e ottanta. Un profilo perfetto. Il suo incedere a piedi
scalzi lo rendeva ancora più attraente.
Quel pomeriggio in cui l'aria odorava di mare, questo
ventenne si lasciò trasportare dal ricordo e arrivò fino lassù. Nonostante
avesse i piedi che gli facevano male per aver percorso tutta quella strada, non
poté fare a meno di osservare quanto fosse splendido il mare al tramonto, sotto
quel cielo infuocato. E lui, come avesse paura o stranamente freddo, si
abbracciò con le proprie braccia e si strinse forte.
Dopo un po' allentò l'abbraccio e si sedette. Si sciolse i
lunghi capelli corvini raccolti sulla nuca, poi distese le gambe e cominciò a
massaggiarsi i piedi nudi, indolenziti, sfregando ripetutamente il calcagno
dell'uno sul dorso dell'altro. In un gesto ripetitivo, insistente, quasi
maniacale.
In quella posizione non potè neppure fare a meno di pensare
a Leo. A quanto bene gli avesse voluto; eppure, quanto l'aveva sentito spesso
un estraneo come tanti. Quello però non era né il momento né il luogo in cui
lasciarsi andare ai ripensamenti. Era andato lassù perché così aveva deciso.
Aveva deciso di liberarsi finalmente di quel peso.
Più tardi si scoprirà ad osservarsi i piedi, quei piedi
affusolati e con la pianta esile e allungata che a Leo piacevano tanto.
Ma qui, solo, nella certezza del suo dolore, non saprà bene
cosa fare se non guardarsi i piedi?
Lui era un ragazzo, però, che aveva imparato sin da piccolo
a concentrarsi sui suoi pensieri partendo dalle cose più semplici. Saper trarre
benefici dalle cose più strane. Come adesso dai suoi piedi, per esempio. Più se
li sfregava più otteneva un effetto positivo, per i piedi indolenziti ma
soprattutto per il benessere del corpo e della mente.
Se ne stette seduto là, e per un momento indecifrabile
lasciò che i pensieri frugassero liberi nella memoria, nella speranza che così
scorresse via anche il dolore. Pareva proprio che la sua vita si fosse
ultimamente fermata in episodi come questi: lunghi silenzi in cui ogni
particolare del suo giovane corpo andasse alla ricerca di una qualche immagine
confusa, ancora capace di tamponargli le ferite.
Forse una spiegazione era nell'auto, con Leo dentro,
ribaltata sulla carreggiata opposta di quella litoranea; e lui, seduto a terra
vicino al guardrail, con la testa stretta fra le ginocchia e il viso nascosto
tra le mani. Forse un'altra spiegazione era l'amaro sapore in bocca dell'ultimo
bacio del condannato; oppure la spiegazione vera era tutta nel tratto crudele
di quelle parole d'addio scritte da Leo con la stilografica nera sul biglietto
trovato da lui il giorno dopo. O invece erano le tre cose messe insieme...
Lui non era certo se questi erano motivi sufficienti a
spiegare le sue azioni degli ultimi mesi. Probabilmente non riusciva neppure
per un attimo ad accettare l'idea che Leo non ci fosse più, pressappoco
qualcosa come dolore e rabbia messe insieme.
Ma Leo ormai non era che una foto. Una polaroid sgualcita,
di forma quadrata, a colori, ch'egli teneva da settimane nella tasca destra dei
jeans. E ogni tanto la stringeva in mano, e la osservava con gli occhi
spalancati. Come si trattasse di una icona rara, magari stregata, l'unico
elemento ancora capace di fargli fremere la memoria, provocargli un sentimento…
Si levò di nuovo una leggera brezza che sapeva di mare. E
lui capì ad un tratto, che anche quella volta non ce l'avrebbe fatta.
Allora si alzò in piedi, a
fatica ma si tirò su, e riprese un passo dopo l'altro il cammino lungo quella
maledetta litoranea che correva sopra il crinale. E laggiù, da dove partiva un
profumo strano, indefinibile, ma che lo attirava e lo obbligò a inspirare a
pieni polmoni più di una volta, laggiù… il mare gli ipotecò una ultima
possibilità.
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Alois
Braga, milanese, nasce nel 1978.
E' stato
l'ideatore e l'artefice di isogninelcassetto.it
Laureatosi in Scienze della Comunicazione, ha lavorato in
pubblicità come copywriter freelance.
Scriveva perché non poteva
farne a meno. Suoi racconti sono usciti in diversi siti di letteratura online.
Alois
Braga muore prematuramente il 23 maggio del 2004.