Lo
sento.
E'
dentro di me.
Si
muove, pulsa, e mangia il mio futuro, un boccone dopo l'altro.
Ho
un nemico dentro.
Da
qualche parte, in me, c'è una cosa bellissima, qualcosa che ora ha dimensioni ridotte,
ma ha abbastanza potenziale da poter superare qualsiasi limite, anche quello
della Storia. Potrebbe essere sulla bocca e nei ricordi di migliaia di persone,
magari di milioni, tra dieci o venti o cinquanta anni.
Però
da un'altra parte c'è una cosa meno bella, molto meno.
C'è
un nemico vorace, che non mi da' tregua, che come una lama sbuccia il tempo che
mi resta, e ogni volta ne lascia meno di quanto vorrei. Mi ruba il tempo, e
anche le energie, e la serenità.
Serenità
senza la quale quella piccola cosa non potrà mai crescere.
Serenità?
Per
diventare madre basta una flebo, e un cuore che batte, forse non serve neanche
un cervello!
E
chi ha detto che diventerò madre?
Per
un uomo penso sia impossibile.
No,
parlavo di altro, di creazione non umana.
Da
qualche parte, dentro di me, c'è lo schema della più grande storia mai
raccontata.
Mi
serve un anno per la prima stesura, ma i medici mi hanno diagnosticato un
tumore.
Non
un tumore normale, di quelli al fegato o al pancreas, roba che ti fulmina o che
ti lascia campare. Un tumore al cervello, e alla parte del cervello in cui
risiede la parte creativa di noi.
Lo
nutro con la mia storia, e lui ne cancella un pezzo.
Provo
a scriverla, ma dopo un po' mi fa male.
Ma
voglio continuare.
Per
vivere in eterno.