A
volte per scrivere una poesia basta poco, è sufficiente
pescare nella memoria un qualcosa che un tempo assai lontano ci ha
colpito, ed eccolo riemergere più presente che mai e balzare
agli occhi; può essere poca cosa per i più, ma per chi
l’ha conservato così gelosamente é più di
un ricordo, è in questa poesia lo stupore che suscitano degli
esserini che in miniatura tanto ricordano i mitici dinosauri.
La
lucertola di Casarola
di
Attilio Bertolucci
Dovrei
chieder aiuto a Marianne Moore
o all'Abate Zanella o a
Jules Renard
per scrivere, non dei dinosauri di Crichton
e
di Spielberg, ma di quelle lucertole
che a quei sauri
s'apparentano con grazia
naturale soggiornando sulle
pietre
assolate del portale
di Casarola, facendosi
emblema
e stemma vivo
non so se della famiglia o
dell'estate.
Ricordo che bambino m'incitavano
a
mozzar loro la coda non temere,
rinasce, non temere e io a
rifiutare caparbio, silenzioso.
Possibile che non
soffrano?
Stavo a guardarle
incantato apparire e scomparire
e riapparire,
ansioso se una gatta di casa
puntava ad esse
in mancanza di topini.
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