Area riservata

Ricerca  
 
Siti amici  
 
Cookies Policy  
 
Diritti d'autore  
 
Biografia  
 
Canti celtici  
 
Il cerchio infinito  
 
News  
 
Bell'Italia  
 
Poesie  
 
Racconti  
 
Scritti di altri autori  
 
Poesie e racconti di Natale  
 
Editoriali  
 
Recensioni  
 
Letteratura  
 
Freschi di stampa  
 
Intervista all'autore  
 
Libri e interviste  
 
Il mondo dell'editoria  
 
Fotografie  
 
 
  Poesie  Narrativa  Poesie in vernacolo  Narrativa in vernacolo  I maestri della poesia 

  Scritti di altri autori  »  I maestri della poesia  »  Jonathan Houghton, di Edgard Lee Masters 10/05/2018
 

Edgard Lee Masters e l’Antologia di Spoon River, un binomio in cui assai più conosciuta è la seconda, questa serie di epitaffi che nel raccontare la vita di uno scomparso parlano della vita, dei desideri, dei sogni irrealizzati, di gente che, grazie alle scritte sulle lapidi, è più viva ora che è morta.





Jonathan Houghton 

di Edgard Lee Masters


-
Il gracchiare di una cornacchia
·e il canto esitante del tordo.
Il tinnire di un campano laggiù,
e la voce di un aratore sulla collina di Shipley. 

La foresta di là dal frutteto è calma 
della calma della mezza estate
e lungo la strada chioccola un carro 
carico di grano, che va ad Atterbury .

Un vecchio siede sotto un albero e dorme, 
e una vecchia attraversa la strada, 
di ritorno dal frutteto, con una secchia di more.

E un ragazzo giace nell'erba 
accanto ai piedi del vecchio, 
e guarda le nuvole veleggianti, 
e desidera, desidera, desidera, 
che cosa, non sa: la virilità, la vita, il mondo ignoto!

Poi passarono trent'anni 
e il ragazzo ritornò spossato dalla vita 
e trovò il frutteto svanito 
e la foresta scomparsa 
e la casa data via
e la strada coperta di polvere delle automobili
e se stesso desiderare la collina

 
©2006 ArteInsieme, « 013539791 »