Estate,
stagione di grande calura, di giornate roventi, di colori decisi, che
abili pittori hanno saputo ben interpretare. C’è però
chi, per dipingere, non usa pennelli e tavolozza, ma si limita a una
penna e a un foglio bianco al posto della tela ed ecco allora che
l’immagine si materializza davanti agli occhi di chi legge. Non
è un miracolo, ma abilità, inventiva, genio artistico
come è possibile apprezzare in questa bella poesia di Hermann
Hesse.
Estate
di
Hermann Hesse
Improvvisamente
fu piena estate.
I campi verdi di grano, cresciuti e
riempiti
nelle lunghe settimane di piogge,
cominciavano a imbiancarsi,
in
ogni campo il papavero lampeggiava
col suo rosso smagliante.
La
bianca e polverosa strada maestra era arroventata,
dai boschi
diventati più scuri risuonava più spossato,
più
greve e penetrante il richiamo del cuculo,
nei prati delle
alture, sui loro flessibili steli,
si cullavano le margherite e
le lupinelle,
la sabbia e le scabbiose, già tutte in
pieno rigoglio
e nel febbrile, folle anelito della
dissipazione
dell’approssimarsi della morte
perché
a sera si sentiva qua e là nei villaggi il chiaro,
inesorabile
avvertimento delle falci in azione.
|