Più conosciuto per le sue meravigliose
poesie d'amore, Nazim Hikmet è stato anche un uomo
molto impegnato politicamente, il che ha segnato la sua esistenza con lunghi
anni di carcere e poi con l'esilio.
Quindi esiste anche una produzione artistica
di carattere politico, a mio avviso minore, ma nulla toglie
alla grandezza di questo autore che nella poesia che segue, nonostante il
titolo, è uno stupendo canto d'amore per la vita, da cui si accomiaterà pochi
giorni dopo averla scritta.
IL MIO FUNERALE
(Maggio, 1963)
di
Nazim Hikmet
Il mio funerale partirà dal nostro cortile?
Come mi farete scendere giù dal terzo piano?
La bara nell'ascensore non c'entra
e la scala è tanto stretta.
Il cortile sarà, forse, pieno di sole, di piccioni
forse nevicherà, i bambini giocheranno strillando
forse sull'asfalto bagnato cadrà la pioggia
e al solito ci saranno i bidoni per l'immondezza.
Se mi tiran su
nel furgone col viso scoperto, come usa qui,
forse mi cadrà in fronte qualcosa di un piccione, porta fortuna,
che ci sia o no la fanfara, i bambini accorreranno
i bambini sono sempre curiosi dei morti.
La finestra della nostra cucina mi seguirà con lo sguardo
il nostro balcone mi accompagnerà col bucato steso.
Sono stato felice in questo cortile, pienamente felice.
Vicini miei del cortile, vi auguro lunga vita, a tutti.