E' stato l'ultimo grande del XX Secolo, un poeta a tutto campo, bravo in
ogni senso e oltre tutto umile, di quell'umiltà che è propria solo degli artisti
autentici.
I versi delle sue poesie imprimono dinamicità, non sono un momento
statico, ma tutta una successione di istanti che danno la sensazione al lettore
di essere avvolto dalle parole, dai suoni che si indovinano e da un pathos che
non travolge, ma ritmicamente segna l'animo con la forza di un maglio e con la
delicatezza di una piuma.
Come tu vuoi
di Mario Luzi
La
tramontana screpola le argille,
stringe,
assoda le terre di lavoro,
irrita
l'acqua nelle conche; lascia
zappe
confitte, aratri inerti
nel
campo. Se qualcuno esce per legna,
o si sposta a fatica o si sofferma
rattrappito
in cappucci e pellegrine,
serra
i denti. Che regna nella stanza
è il silenzio del testimone muto
della
neve, della pioggia, del fumo,
dell'immobilità
del mutamento.
Son
qui che metto pine
sul
fuoco, porgo orecchio
al
fremere dei vetri, non ho calma
né
ansia. Tu che per lunga promessa
vieni
ed occupi il posto
lasciato
dalla sofferenza
non
disperare o di me o di te,
fruga
nelle adiacenze della casa,
cerca
i battenti grigi della porta.
A
poco a poco la misura è colma,
a
poco a poco, a poco a poco, come
tu
vuoi, la solitudine trabocca,
vieni
ed entra, attingi a mani basse.
È
un giorno dell'inverno di quest'anno,
un
giorno, un giorno della nostra vita.