Bertolt Brecht, drammaturgo, regista teatrale
e poeta, al di là delle sue idee politiche, può essere considerato uno dei più
grandi letterati del novecento. Tutta la sua produzione, ivi compresa quella
poetica, è da uomo impegnato, volto a denunciare le storture del mondo, che
intenderebbe risolvere secondo la teoria marxista. Questo fine politico è
spesso accompagnato da un'ironia caustica, un'acidità interiore che si rivela
il risultato di una disillusione, perché forse Brecht, che sinceramente si
batteva contro le ingiustizie, si accorgeva in cuor suo che quell'applicazione
della filosofia di Marx era uno stravolgimento del
concetto per renderlo alla misura, sempre parziale, dell'uomo.
Di seguito una sua poesia, assai famosa, amara, dall'inizio alla
fine.
La guerra
che verrà
di Bertolt
Brecht
Non è la prima. Prima
ci sono state altre guerre.
Alla fine dell'ultima
c'erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente
faceva la fame. Fra i vincitori
faceva la fame la povera gente egualmente.
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