La guerra, con i suoi orrori, che toglie sogni e speranze, vissuta
giorno per giorno, ora per ora, con gli uomini ridotti a larve, schiacciati
dalla violenza e dall'invasore tedesco, senza più voce, come anche i poeti,
schiantati dal dolore. Ma poi, al ritorno della pace, c'è chi rammenta affinchè
gli altri non possano dimenticare.
Alle fronde dei salici
di
Salvatore Quasimodo
E come
potevano noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
|