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  Scritti di altri autori  »  I maestri della poesia  »  Al mio bambino, di Rabindranath Tagore 28/01/2012
 

La dolcezza in una poesia d'intenso misticismo in cui la saggezza indiana si fonde con l'ispirazione metafisica di un uomo, moderno e pur antico.

 

 

 

 

 

 

Al mio bambino
da Orfeo

di Rabindranath Tagore

 


Chi sa donde mai venga il sonno lieve
che sugli occhi discende d'un bambino?
lo lo so. Esso viene da un paese
incantato. C'è un bosco piend' ombra:
le. lucciole vi brillan debolmente,
vi cresco n fiori colmi di malìa.
Di là quel sonno viene,
a baciar sugli occhietti il mio bambino.
Chi sa donde mai venga il dolce riso
sulle labbra d'un bimbo addormentato?
lo lo so. Baciò un tempo un raggio pallido
della giovane luna il bianco viso
di una nube d'autunno, ed un mattino
rugiadoso di sogno, ecco il sorriso.
Quel sorriso che viene
a fiorir sui labbruzzi al mio bambino.
Chi sa donde sbocciò tanta freschezza
che splende sulla guancia di un bambino?
lo lo so. Da quand'era giovanetta,
lo portava la mamma dentro il cuore,
tacito dono della sua purezza,

leI mister delicato del suo amore.
Di là freschezza viene
ad ingigliar la guancia al mio bambino.

 

 
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