Parla
Barbara Gambaccini dell'Ufficio Stampa e Promozione
delle Edizioni Clandestine (http://www.edizioniclandestine.com/)
Le origini della vostra casa editrice?
Edizioni Clandestine è nata a ottobre 1999
con due autori e tre titoli. La distribuzione era inizialmente a spalla in
diverse librerie in Toscana, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna e Lazio. Un
inizio faticoso e difficile, come quello di molti piccoli editori, ma a 6 anni
dalla nascita abbiamo un catalogo di 150 titoli e una distribuzione e
promozione nazionale.
Quali sono gli elementi di originalità
del vostro progetto?
Il nostro progetto consiste nel pubblicare libri che trattino con ironia e spirito critico argomenti problematici
ed attuali, come il male di vivere, le battaglie politiche e sociali. La
convinzione di fondo è che “esistano
più punti di vista e diversi modi di vedere le cose: la scrittura è il mezzo
migliore per dare voce alle opinioni di tutti”
Quale
pensate che sia il futuro dell'editoria in Italia e della vostra
casa editrice in particolare?
Purtroppo se la situazione non cambia non ci sarà più spazio per le
piccole case editrici, schiacciate dalla concorrenza dei grossi editori che
monopolizzano librerie e stampa.
Edizioni Clandestine è nata anche per dare voce a giovani talenti
italiani che non riescono ad arrivare alle grosse case editrici, ma a distanza
di pochi anni siamo spesso costretti a rinunciare alla pubblicazione di esordienti:
di fronte ai nomi importanti soprattutto stranieri imposti dai grossi editori,
i giovani scrittori italiani non trovano spazio nelle librerie, dove i
“commercianti di libri” (perché ormai raramente si può parlare di “librai”) si
limitano a esporre ciò che gli viene propinato dai
maggiori promotori senza alcuna capacità critica.
Occorrerebbe far capire alla gente che ci sono anche giovani autori
italiani che meritano di essere letti e non esistono solo i bestseller
stranieri pubblicati dalle grosse case editrici che per mezzi tecnici e risorse
riescono a raggiungere i più importanti mass media, pubblicizzando così
maggiormente i loro prodotti.
In Italia si legge poco: di chi è la
colpa? Un po' anche delle case editrici?
In parte forse anche delle case editrici (si parla molto di tv
spazzatura, ma ormai anche l'editoria pubblica moltissimi “libri spazzatura”),
ma anche e soprattutto delle scuole: gli insegnanti continuano a forzare gli
studenti a leggere sempre e solo le stesse cose, spesso noiosissime, e li
portano così a odiare i libri, visti come obbligo e non come piacere. E poi
anche delle famiglie che per poco tempo e poca voglia
spesso trovano più semplice accendere la televisione invece di parlare e
leggere con i propri figli.
Come immaginate possa essere il vostro
lettore ideale? E quali passi per avvicinare i lettori ai libri da voi editi?
Il nostro lettore ideale è una persona che in un libro non cerca
mai solo risposte, ma altre domande, che rispetta le
opinioni degli altri pur creandosene di proprie, che è aperto alla lettura dei
classici, ma anche alle novità provenienti dall'Italia e dall'estero.
Purtroppo attualmente il modo migliore e più veloce per arrivare ai
lettori è quello di ottenere visibilità nelle librerie e nella stampa, cosa
sempre difficile a causa del monopolio dei grossi editori.
Quale dei vostri libri vi ha dato le
maggiori soddisfazioni e perché?
Ce ne sono diversi, L'omicidio Berlusconi è uno dei
libri che ha riscosso maggiore successo di vendite, ma anche di recensioni
positive. I lettori e i giornalisti hanno capito che contiene una critica di
fondo a tutti i meccanismi del potere e che non è una semplice presa in giro
dell'ex presidente del consiglio, come altri libri usciti sull'argomento. A ottobre
uscirà il film tratto dal libro con il titolo “Ho ammazzato Berlusconi”.
Speriamo che la cosa possa portare una maggiore visibilità della casa editrice.