Gloria D'Alessandro è nata a Chieti nel 1972. Ha vissuto in
Germania (i suoi genitori sono emigrati alla fine degli anni '70 e vivono ancora
vicino a Stoccarda) fino agli 11 anni, poi si è
trasferita definitivamente in Italia studiando tra Chieti
e Udine fino ad approdare a Trieste dove vive e lavora.
Ha iniziato a far
conoscere le sue liriche solo da qualche mese grazie all'amica e poetessa
triestina Rosanna Puppi che ha dedicato una serata
alla lettura delle sue poesie. E' presente nell' antologia
"Poesie dell'anima", un volume pubblicato in occasione del 15° anno
di fondazione del Centro Letterario del Friuli-Venezia
Giulia dedicato alla Presidente Onorario Ketty Daneo (1908-1998). Ha partecipato al concorso di rassegna
poetica triestina "Mamma "2007" classificandosi terza. E'
di prossima pubblicazione il suo primo libro di poesie intitolato "Momenti
di Glò".
Perché scrivi?
La scrittura per me
rappresenta un libero sfogo che denuda i miei sentimenti, le mie emozioni.
Rappresenta una lotta con il mio specchio interiore e riesce, magari a distanza
di tempo, a sconfiggere sensi di colpa, frustrazioni, lotte con la coscienza…
Alla base di tutte le tue
opere c'è un messaggio che intendi rivolgere agli altri?
No, a dire il vero non ci
ho mai pensato, non credo sia nemmeno in grado. Quello che posso affermare è che
uso lo scrivere per una mia introspezione personale.
Ritieni che leggere sia
importante per poter scrivere?
E' fondamentale. Alla base
di tutto. E' importante ricevere dei messaggi che ci regala la lettura; ogni
opera, che sia romanzo, saggistica, o poesia tocca una precisa corda dentro di noi.
A me piace “tendere la corda” fino a che non diventa armoniosa musicalità dei
miei stessi pensieri: pura immersione totale.
Che cosa leggi di solito?
Pur non avendo molto tempo
da leggere mi ritaglio sempre un piccolo spazio per delle letture più svariate:
al primo posto c'è la poesia, poi i romanzi del ‘900,
qualche volta qualche rivista o quotidiano. Raramente qualche favola dei Grimm, Andersen, Yeats: mi piacciono molto, li leggo per rispolverare il mio
essere bambina.
Quando hai iniziato a
scrivere?
Ho iniziato a scrivere
seriamente a 14/15 anni per esercitarmi a scrivere in italiano. Essendo vissuta
in Germania fino agli 11 anni presentavo delle lacune profonde nella nostra
amata lingua pur frequentando il Liceo Linguistico. Il mio preside Giordano
Fiocca (filosofo e saggista) mi prese in simpatia chiamandomi “Amerikanella” e si prese la briga di farmi scrivere dei
riassunti su libri che lui stesso pubblicava. Ero una frana… poi come per magia
esternavo piccole frasi sotto forma di poesia, in verso libero, presentandogli
“impressioni” di ciò che mi suscitava la lettura dei suoi scritti.
I tuoi rapporti con
l'editoria.
Ho un piccolo rapporto che
mi sta aiutando a pubblicare il mio primo libro di poesie (a mie spese)
“Momenti di Glò”. E' una raccolta di poesie vecchie e
nuove ordinate cronologicamente. E' un percorso di vita vissuto poeticamente
fino ad oggi.
Che cosa ti piacerebbe
scrivere?
Prendo spunto da una frase
del film “Eva contro Eva” (con la grande Bette Davis) che più o meno dice così: “Il pianoforte è uno
strumento che emette un suono solo grazie all'uso delle dita”. Il pianoforte è
l'azienda. Le dita siamo noi. Il luogo di lavoro è una grossa fonte
d'ispirazione perché per me grosso motore di sofferenza. Vorrei riuscire a
parlare liberamente, con un racconto, sui rapporti tra “poltrone” e “mani”. La
potenzialità del suono emesso dalle dita riuscirebbe a creare rispetto
armonioso l'uno nei confronti dell'altro senza calpestarsi, riuscendo ad avere
la capacità di abbattere una codarda paura… non sono ancora pronta e ne soffro.
Scrivere ha cambiato in
modo radicale la tua vita?
Lo scrivere per me ha
sempre rappresentato una valvola di sfogo, la mia vita cambia di giorno in giorno
con la scrittura. C'è una forte autoanalisi, uno studio, un plasmare dei miei
atteggiamenti nei confronti del prossimo, è una ricerca continua a migliorare
me stessa.
Qualche consiglio per chi
ha intenzione di iniziare a scrivere.
Non me la sento di dare un
consiglio. Posso solo dire che, se si ha l'ispirazione, di non lasciarsela
scappare. E' importante aprirsi anche solo dicendosi: “respiro,
vedo, vivo.” Ed è un buon punto di partenza.