Mara Faggioli
è nata a Firenze e vive
a Scandicci (FI)
Divide il suo tempo e la
sua sensibilità fra scultura e letteratura. Le sue opere riescono a coinvolgere
con incisività e nello stesso tempo con delicatezza e soavità di
espressione, toccando spesso temi che
fanno riferimento ai valori multiculturali, alla
solidarietà ed alla fratellanza fra i popoli per affermare che l'arte deve
saper parlare al cuore della gente.
Ha pubblicato “Dedicato a
Lorenzo” Ed. Helicon (2001) e la raccolta poetica “Piuma Leggera” Ed. Masso delle Fate (2004 –
1^ ristampa 2005) vincitrice del 1°
premio “Fiorino d'Oro” al Premio Firenze-Europa.
Fa parte della Giuria del
Premio Letterario di
Poesia “G. Mazzinghi”.
Ha curato la prefazione
alla commedia in vernacolo “Amleto i' vinaio” di M. Recchia. Collabora
con la rivista d'arte Pegaso.
Perché scrivi?
Scrivo per il piacere di
farlo e per fermare le mie emozioni poiché il tempo passando spesso
“scolorisce” i nostri ricordi, non li cancella ma ci
fa perdere le sensazioni di quell'istante. Scrivere
per me significa poter fermare, catturare e lasciare intatte al futuro quelle
sensazioni, quelle emozioni. Il mio bisogno di esprimermi si
manifesta anche attraverso la scultura forse perché ambedue convivono abbracciate dentro di me in un intreccio amoroso, oserei dire, che
non posso dividere.
Alla base di tutte le tue
opere c'è un messaggio che intendi rivolgere agli altri?
Anche senza averne
l'intenzione, ritengo che attraverso un'espressione artistica, sia essa poesia
o musica, scultura o pittura, inevitabilmente l'autore finisce, comunque, per
trasmettere un messaggio. Nelle mie opere spero di riuscire a trasmettere dei
messaggi di solidarietà, di pace e di fratellanza fra i popoli.
Penso, inoltre, che l'arte
dovrebbe essere anche uno strumento attraverso il quale poter aiutare coloro che
sono nati meno fortunati di noi. Personalmente non riesco a scindere l'arte
dalla solidarietà e, poiché
penso che la poesia sia quanto di più estraneo possa esserci alle
guerre ed ad ogni forma i violenza, la poesia non ha frontiere ed affratella i
popoli rappresentando un auspicio di speranza e di pace, ho creduto di poter
fare qualcosa che fosse un segno più tangibile e concreto delle parole: ho
utilizzato la poesia per mettere in atto ciò in cui credo e cioè che tramite
l'arte si possa, e si debba, fare qualcosa per alleviare
le sofferenze del mondo, anche se sarà soltanto un'inezia.
Ho legato, pertanto, al
mio libro di poesie, un progetto di solidarietà con il Sudan per l'Ospedale St. Mary's Maternity di Khartoum che si occupa di assistenza alle madri ed ai
bambini.
Tiziano Terzani che aveva fatto del giornalismo una missione, ci ha
lasciato dei grandi insegnamenti e tra questi ne vorrei citare uno: “Il mondo è
cambiato. Dobbiamo cambiare noi. Innanzitutto non facendo più finta che tutto è come prima, che possiamo continuare a vivere
vigliaccamente una vita normale. Con quel che sta succedendo nel mondo la
nostra vita non può, non deve essere normale. Di questa normalità dovremmo
avere vergogna”.
Ritieni che leggere sia
importante per poter scrivere?
Credo di sì insieme alla
capacità di saper guardare il mondo che ci circonda con lo sguardo stupito dei
bambini.
Che cosa leggi di solito?
Soprattutto poesia, anzi
mi “nutro” di poesia: ho necessità di una dose giornaliera
! Ma leggo un po' di tutto, tengo sempre in tasca o in borsa un “libro-amico”.
Quando hai iniziato a
scrivere?
Da adolescente, come
spesso accade anche se, per le vicissitudini della
vita, alcuni periodi sono stati meno fertili.
I tuoi rapporti con
l'editoria.
Nella Casa Editrice del mio libro “Piuma
Leggera” ho trovato serietà ed onestà: al giorno d'oggi non è poco.
Che cosa ti piacerebbe
scrivere?
Non mi sono mai posta
questa domanda perché scrivo soltanto quando il mio
cuore ha qualcosa da suggerirmi. Spero, comunque, che la Musa Erato
non mi
abbandoni mai perché vorrei continuare sempre a provare emozioni da tradurre in
poesia.
Scrivere ha cambiato in
modo radicale la tua vita?
No, assolutamente, anche
se mi ha regalato tante soddisfazioni.
Qualche consiglio per chi
ha intenzione di iniziare a scrivere.
Come direbbe Susanna
Tamaro: “va dove ti porta il cuore”.