L'intervistata è Tinti
Baldini, che così dice di sé:
Io sono nata
nel primo dopoguerra ad Asti
dove ho vissuto fino ai vent'anni. La mia famiglia d'origine, dell'Alta Langa,
ha vissuto sulla sua pelle il fascismo
(i miei zii sono martiri di via Tasso e
mia nonna è morta giovane in una rappresaglia nazifascista) e mi ha trasmesso
ideali di libertà, solidarietà e giustizia di cui la mia vita è intrisa. Mi
sono laureata in lettere a Torino e sono vissuta nella cintura fino ad oggi. Ho
insegnato in una scuola media per ben quarant' anni e il rapporto con i ragazzi
mi ha dato tanta energia ed enorme piacere…ed ora mi mancano molto. Oggi mi
occupo di disabili e di mia madre molto anziana e malata. I miei figli, ormai
adulti , hanno la loro vita e io li guardo ballare da
soli e ne provo, quasi sempre, gioia. Poi ho una nipotina di due anni di cui
sono letteralmente innamorata.
Perché scrivi?
Scrivo innanzi tutto perché in quel momento e poi anche dopo come
eco, mi sento bene, mi sento intera davanti allo specchio.
Poi per rivivere e non scordare ieri, per sentire l'oggi e capire,per
allungarmi al domani ed immaginare , sognare
e spesso per esprimere quello che vorrei o avrei voluto,che avrebbe
potuto essere insomma.
Alla base di tutte le tue
opere c'è un messaggio che intendi rivolgere agli altri?
Si, un messaggio di amore, di
condivisione e di solidarietà senza alcun pregiudizio (almeno spero…)
Ritieni che leggere sia
importante per poter scrivere?
Come insegnante e come persona ritengo che il libro che diventa
cosa tua, quasi una vita parallela, già mentre lo sfogli e lo tocchi, ti
consenta di trovare dentro di te molto di quello che scriverai: è pungolo a
studiarsi e a liberare il meglio di sé. Riferendomi poi in particolare alla
poesia, Lorca, Neruda, l'ermetismo italiano, i poeti
francesi come Verlaine ed altri sono stati, per me, la scoperta di sensazioni, emozioni,
potenzialità e sogni che non immaginavo fossero possibili.
Che cosa leggi di solito?
Di tutto ,dai saggi ai romanzi ,alle
poesie. La mia preferenza va comunque ai versi e ai romanzi in modo particolare
di autori sudamericani: ”Cento anni di solitudine” è il Mio libro sul comodino.
Quando hai iniziato a
scrivere?
Con i miei alunni, una decina d'anni fa, da sola, davanti al Pc da 5 o 6 anni.
Fin da ragazza mi capitava però di scrivere pensieri su notes ma
non li ho conservati tutti.
I tuoi rapporti con l'editoria.
Direi quasi nulli. Tra poco uscirà una raccolta di mie poesie
“vecchie” col titolo “Segni” presso la casa editrice Altromondo.
Penso di pubblicare per il 2010 un'altra raccolta di lavori più
recenti .
Che cosa ti piacerebbe
scrivere?
Per ora solo
poesia e di poesia (qualche critica a poeti per esempio…)
Scrivere ha cambiato in
modo radicale la tua vita?
Direi di si, nel senso che,ora che sono
in pensione, dedico molto del tempo libero a scrivere e ad occuparmi di poesia
e sento meno di altri il peso della solitudine, dell'inutilità e dell'età. Mi
sento viva e in grado di dare qualcosa agli altri.
Qualche consiglio per chi
ha intenzione di iniziare a scrivere.
Trovo estremamente difficile rispondere: credo che ognuno cominci
a scrivere quando lo sente, quando quell'ala sulla spalla arriva ….Il consiglio, abbastanza ovvio, è che ci si deve buttare senza paura perché
quel volo è impagabile e si scende sempre più di rado.