L'intervistato
è Elia Belculfinè, che così dice di sé:
Mi chiamo Elia Belculfinè. Sono nato il
29 settembre 1983 a
Caserta. Vivo a Cascano, provincia di Caserta, con la mia famiglia e parecchi
gatti. Non sono laureato. Ho fatto studi di indirizzo linguistico.
Suono la chitarra, ho avuto un grande maestro blues, strimpello il
vecchio pianoforte di mia madre. La mia poesia deriva dalla musica.
Ora mi faccio pubblicità: leggete le mie poesie in internet all'indirizzo
www.eliabelculfine.splinder.com che è il mio “spazio”, lì e un po' anche altrove ho conosciuto
persone meravigliose.
Perché scrivi?
Posso dire perché non dipingo. Perché non sono un pittore.
Scrivo per intima esigenza, per necessità di comunicazione; la
gioia che ne deriva è diventata il bisogno e la gioia di altre menti, poi.
Alla base di tutte le tue
opere c'è un messaggio che intendi rivolgere agli altri?
Molti sono i messaggi. Emozioni soprattutto, per chiamare il cuore
al banco, e la mente; fotografie istantanee che rendono
trasmissibili immagini e storie. C'è molta della mia
vita vera, e molta parte di sogno, per fortuna.
Ritieni che leggere sia
importante per poter scrivere?
Leggere fa bene se lo si fa con mente aperta e in condizione di
colloquio e di scambio, involontario o meno che sia. Ma non è strettamente
essenziale leggere per poter scrivere.
Che cosa leggi di solito?
Un po' di tutto, purtroppo da tempo ormai tralascio la prosa vera
e propria. Leggo poesia, di qualsiasi autore o
autrice.
Quando hai iniziato a
scrivere?
Avevo nove, dieci anni. Scrissi una decina di poesie sopra dei
fogli colorati che rilegai con ago e filo e ne feci poi dono a quella grande
donna che è mia nonna. Poi non ho scritto più fino a una decina di anni fa con
i primi ingenui versi adolescenziali, ed ora, poeta quasi, continuo a comporre
e cerco una specie di pienezza, una maturità d'animo da costruire nella vita
soprattutto, nella poesia, poi, di riflesso.
I tuoi rapporti con
l'editoria.
Non ho avuto mai rapporti con editori, ma da qualche anno è in
progetto una versione cartacea dei miei lavori. La stesura cambia forma e
testo, addirittura, di continuo. Chissà...
Che cosa ti piacerebbe
scrivere?
Quello che scrivo va già bene, versi, intendo. Anche la prosa mi
solletica ma sono molto pigro in questi ultimi tempi…
Scrivere ha cambiato in
modo radicale la tua vita?
O la vita ha cambiato radicalmente il mio modo di scrivere?
Qualche consiglio per chi
ha intenzione di iniziare a scrivere.
Non scrivete, pensate poco. Uscite a
vivere. La scrittura viene poi.
Sempre dopo la vita e il pensiero e la memoria e il gesto di
mettere la famosa lente davanti al proprio cuore, o altro organo a scelta.