L'intervista è a Paola
Marasca, che così si presenta:
Sono nata il 21 Dicembre
del 1964
su una collina marchigiana, in provincia di Ancona. I miei
genitori mi hanno trasmesso l'amore per la terra e, della campagna, ho
ricordi bellissimi: il lavoro che si svolge seguendo i ritmi delle stagioni,
gli odori e i colori che mutano ogni giorno. Oggi ne ho veramente tanta
nostalgia. Nei miei scritti ci sono spesso
elementi naturalistici che mi riportano alla prima fase della mia esistenza. Il
mio rapporto con la poesia è iniziato alle elementari quando da brava presuntuosa,
leggendone una nel libro di testo, dissi alla maestra che, secondo me, era
facile comporne una; così lei, giustamente, mi mise
alla prova. Io rimasi sorpresa, ma non mi persi
d'animo e su un foglio, di certo con
poca ispirazione, scrissi “ il galletto sopra un tetto...” poi mi bloccai.
Forse, inconsapevolmente, sto ancora proseguendo nella sfida che mi aveva
lanciato la maestra.
Terminata la scuola
dell'obbligo con il massimo dei voti mi sono gettata nel mondo del lavoro.
Frequentando una scuola privata presi un attestato di modellista sarta e, per
alcuni anni, lavorai nel settore abbigliamento. Sono
attratta da tutto ciò che è creativo e fantasioso.
A 24 anni mi sono sposata e
a 30 anni ho avuto una figlia. Da quel momento mi sono dedicata principalmente
a lei e alla sua crescita lasciando un po' in disparte la sartoria perché
volevo occuparmene personalmente. Di recente ho fatto la babysitter perché
adoro i bambini e la semplicità del mondo che vive nei loro occhi, è bellissimo
interagire con la loro spontaneità.
Perché scrivi?
Scrivo perché sento la
necessità di esprimere quello che ho dentro. Ho la
sensazione che sia importante questo tipo di comunicazione, si creano dei ponti
emotivi molto belli, difficili da creare, a volte, in un contesto diverso dalla
scrittura.
Alla base di tutte le tue opere
c'è un messaggio che intendi rivolgere agli altri?
Inconsapevolmente sì, è
il messaggio di me, della mia esistenza, delle mie emozioni, dell'amore o
sofferenza che provo.
Ritieni che leggere sia importante
per poter scrivere?
Sì, è importante,
leggendo ci si arricchisce di nuove percezioni e, confrontandole con le
proprie, si ha una fusione di esperienze.
Che cosa leggi di solito?
Tutto quello che stuzzica
la mia curiosità e mi passa sotto gli occhi.
Ho appena finito di leggere “Eragon”,
un libro di fantasia che mi ha entusiasmato parecchio. Lo avevano regalato a
mia figlia un anno fa. Poi sempre tramite mia figlia, tanti libri della
biblioteca scolastica. Parecchio tempo, comunque, lo dedico alla lettura di
poesie e testi al sito “club poeti” in cui cerco
di esprimere anche un mio piccolo
parere. Anche lì mi piace percepire e assimilare il confronto di idee.
Quando hai iniziato a scrivere?
Con assiduità solo da 5
anni, prima mi dilettavo in occasioni particolari di festeggiamento a comporre
qualche testo di dedica simpatico da
leggere. Poi con l'approccio ad internet ho avuto la
possibilità di condividere le mie poesie con gli altri e l'ho trovato più
appagante del foglio tenuto in segreto in un cassetto.
I tuoi rapporti con l'editoria.
Nessuno, ma spero di
averne, credo che sia giusto avere qualche ambizione immaginando il futuro.
Che cosa ti piacerebbe scrivere?
Mi piacerebbe scrivere
belle poesie d'amore per far sognare chi legge.
Oppure anche una bella storia
intrigante da romanzo che faccia volare con la fantasia
Scrivere ha cambiato in modo
radicale la tua vita?
Abbastanza, mi ha portato
ad uscire dal guscio di solitudine che mi ero costruita.
Qualche consiglio per chi ha intenzione
di iniziare a scrivere.
Bisogna scrivere con
passione e seguire il proprio istinto, poi ognuno ha il suo percorso e istinto
a cui obbedire, non saprei dare altri consigli.