Intervista
a Sabrina Campolongo, autrice della raccolta di
racconti “Balene Bianche”, edita da Di Salvo.
Sabrina, in questi giorni
è stato edito da Di Salvo il tuo primo libro: Balene
Bianche.
Vuoi parlarcene?
Si tratta di una raccolta di racconti, innanzitutto. E la
scelta del racconto come forma narrativa non è casuale. So che molto spesso chi
scrive comincia a prendere confidenza con i tempi e i modi narrativi negli
spazi circoscritti di una storia breve, prima di “lanciarsi” nel mare aperto di
un'opera più vasta. Nel mio caso invece il percorso è stato inverso. Sono
prolissa per natura, temo, per cui mi è venuto facile
scrivere e scrivere… Un giallo, che è stato molto vicino alla pubblicazione, e
un altro quasi-giallo ultimato, anche se non lo sento
ancora pronto da consentirgli di uscire dal mio pc.
Poi un giorno, tra una revisione e l'altra, ho scritto il
primo racconto di questa raccolta, Lei dev'essere Erica. E' nato con la voglia di raccontare
una storia, ma senza la pretesa di spiegarla. La sfida è stata quella di
condensare una vita intera nello spazio di un momento, di un giorno, di un
incontro.
Mi è piaciuto il senso di libertà che ne derivava.
Fotografare un attimo, racchiuderci il senso di una scoperta, dolorosa o dolce
(spesso entrambe le cose) e fermarsi lì, sulla soglia.
Non nell'incompiutezza, ma nella perfezione dell' istante.
E da lì ci ho preso gusto… J
Hai inteso comunicare un
messaggio particolare con questa tua raccolta e, se sì, quale?
Sinceramente non ci penso mai, mentre scrivo, a comunicare
un messaggio. Sono storie. Storie per chi, come me, ama sentirsele raccontare,
oltre che raccontarle.
Storie in cui ognuno credo potrà specchiarsi, e, se vorrà,
trovare il proprio personale messaggio.
Come vivi questa
esperienza di vedere qualche cosa che porta il tuo nome nella vetrina di una
libreria?
In realtà non lo so ancora. Il libro
infatti è talmente fresco di stampa che non è ancora arrivato,
fisicamente, in libreria. Né tra le mie mani.
E poi è accaduto tutto molto in fretta. Pochi mesi fa
spedivo il mio manoscritto e ora è già lì, stampato, copertina e tutto. C'è
l'emozione, sicuramente, e anche la vertigine e forse anche un pizzico di
disagio, come se in qualche modo lo senta un po' meno
mio, ora.
E c'è anche un po' di paura. Per il lato commerciale della
faccenda. Però, per ora prevale la gioia. Inutile minimizzare, è bellissimo.
Progetti (letterari,
ovviamente) per il futuro?
Scrivere. Scrivere sempre.
E più che un progetto è un bisogno. J
Forse ritorno alla mia
vecchia passione. Quella che mi gira per la testa in questi giorni è una trama
gialla.
Grazie, Sabrina, con
l'augurio che questo tuo primo volume possa incontrare il favore dei lettori.