Giovanna, proprio in
questi giorni è stato edito da UNI Service “Delle
trascorse stagioni. Inframmentos (di me)”. Saresti
così gentile di dirci di che si tratta?
Senza dubbio tra le mie opere è
quella nella quale respira e cammina più Sardegna.
Terra arcaica, fatta di demoni
giocosi, vecchie represse di rosario e preti lussuriosi, madri o puttane, fatta
di quel seme piantato nell'attimo stesso in cui la luna va sopra il castello
della marchesa di Quirra e lì, per un istante
soltanto, tra canto di rane e cicale, il soffio del vento e l'odore del caffè e
del pane caldo, lo zucchero passato di mano in mano alla festa del patrono del
paese ed il palloncino blu scappato dalla mano del figlio di thia Peppa; ecco, lì la luna si ferma. E in quell'attimo il seme va gettato ché la terra, Madre
Matrigna, è pronta a farsene penetrare. Ed al terzo rintocco di campanile, ma
solo al terzo, coperto di terra. Il seme crescerà. Così s'è fecondato,
cresciuto e partorito Delle trascorse Stagioni; assorbendo i cicli di
luna e maree e stagione.
Il vivere a Lanusei, in s'Ogliastra mea amada, tra
la semplicità delle genti, il loro calore e solidarietà m'ha regalato quell' inserimento concreto nei cicli di vita prima
soltanto conosciuto ché intuito di pelle. Ora, finalmente, toccato. In questo
periodo ho parlato spesso con Gabriel in merito al mio timore che fosse
talmente forte, questo sentire palpitare la sardità,
qui ed ora, da poternedoverne
influenzare, eccessivamente succube, il mio stile letterario. Lo scrittore è specchio,
spugna della realtà che lo circonda; guai, se così non fosse.
Ma la letteratura è altro,
è Oltre. Non può e non deve castrarsi ad un minimo spazio ma invaderne mille e
più di mille, respirarne le essenze, le coordinate e le lingue, tipologie, stili,
modus vivendi ed operandi. Ritengo Delle
trascorse stagioni un interessante specchio del mio attuale vivere e
origliare gli angoli di paese e rocce. Ma rappresenta, appunto, un passaggio,
una mia stagione. Inframmentos di me, invece, a coda del libro e non a caso steso in stile
diaristico; si occupa fuori della mera narrazione di
riportare alla luce nel bene e nel male pensieri, ricordi (Ammentos
in sardo è uguale a ricordi, il gioco di parole sta tra Frammentos = frammenti e Ammentos;
frammentidiricordi dunque, emozioni).
C'è molto della Giovanna Mulas donna, in Inframmentos.
Stiamo lavorando affinché l' opera, in forma di monologo musicato, venga presentata
attraverso i teatri d' Italia.
C'è un messaggio
particolare presente in quest'opera?
Questo dovrà dirlo il lettore.
Dei progetti che hai in
corso ci ha parlato diffusamente, e di recente, tuo marito Gabriel Impaglione.
Quello che ti chiedo ora
è un po' diverso: hai in corso la scrittura di un romanzo o comunque di qualche
testo?
Gabriel…mi alma, mivida; specchio.
E' in uscita, per i tipi della
Under Ground Press Net, la Nicola Pesce Editore, il
romanzo Domo Del Viento ( cartas
de amor all' essenza di rosa) , prima opera
scritta con inserti in sardo, italiano, spagnolo. Tre generazioni di donne
sotto la lente dell' emigrazione, amore e violenza,
scontri politici. Il romanzo vive tra l' Argentina e
l' Italia. E' nato col mio amore per Gabriel e quindi la sua terra, quel mate
sorbito in cucina, a Nuoro, la prima domenica di gennaio del 2005 ed una
finestra che dava su corvi cortili, palazzi muffiti e tristi,
vento di pettegolezzi. Domo del Viento
è rabbia e passione e dulcheza, dolcezza,
primo e vero Amore del sempre. Sono legata a questo romanzo quanto lo fui, a
suo tempo, a Lughe de Chelu ; ritengo rappresenti un importante passo stilistico nella
mia letteratura. Paradossalmente, nasce prima
di Delle trascorse stagioni dove pare il tempo si fermi per un istante…
ricordi? Si, ma solo un istante.
Attualmente lavoro al romanzo I
giorni della Dimenticanza.
Grazie, Giovanna, e ovviamente auguri
per il successo anche di questa tua ultima opera.