Intervista
di Renzo Montagnoli a Giovanna Giordani, autrice della silloge poetica Sulla riva del fiume, edita da Aletti.
Insomma, ti sei decisa anche tu a mettere in un bel volume le tue
poesie, una sorta di transfer che dà
tangibilità alle stesse. La silloge prende il titolo da quello di una poesia
nella stessa contenuta, ma questa visione di un fiume,
addolorato, per le perdite subite durante una piena mi richiama un po' il
concetto della vita, con i suoi alti e bassi, gli accrescimenti e appunto anche
le perdite. E' così?
Prima di tutto, Renzo, ti
ringrazio per questa intervista della quale mi sento onorata. Poi, sì, hai
colto nel segno. Il fiume è il mio amico d'infanzia sulle cui rive mia madre
conduceva noi bambini al seguito di mio padre appassionato pescatore. Ricordo
che mi soffermavo spesso ad osservare l'incessante lento scorrere delle sue
dense acque verdastre provando anche un vago senso di timore per la forza che
percepivo in esse e per quella loro mancanza di trasparenza. Probabilmente è proprio
da allora che, nel mio inconscio, ho percepito il fiume come metafora della
vita.
Questa silloge non è tematica, ma riunisce tutte
le poesie, o almeno le migliori, che hai scritto fino ad ora. Così
c'è spazio per un fantastico-epico, per i sentimenti
e anche, e soprattutto, per la natura. In ogni caso, come sovente accade,
l'ambiente riveste una notevole importanza per stimolare la creatività. Quanto
è determinante per te l'atmosfera solenne, e semplice al tempo stesso, delle
montagne fra cui vivi?
Che bella domanda! Forse
si è capito dalle poesie che io ho un amore infinito per le mie montagne. Mi
ritengo fortunata di vivere in mezzo a loro. Mi donano bellezza, serenità e magia mentre le sento vegliare sulla mia vita
come amiche fedeli.
Sprigionano poesia da
tutti i pori, sono opere d'arte naturali e, come tu
stesso asserisci, ricche di quella “nobile semplicità e quieta grandezza” che
tanto auspicava per la pittura e la
scultura il critico Winkelmann.
Pure a me le montagne donano le sensazioni che hai detto. E ora
veniamo a una domanda classica: che cos'è per te la poesia?
Quando ero un'adolescente
che teneva ben chiusi nel cassetto i primi tentativi di poesia, avevo scritto
questa definizione: “Poesia è scendere nel mondo puro dell'anima”. Oggi penso
che potrei ampliare
questo concetto aggiungendo, ad esempio:
poesia è comunicazione (prima con il proprio io e poi con gli altri), è
sintonia di percezioni fra le anime, è la voce del silenzio, anche quello delle
cose inanimate, è opera d'arte di parole, è balsamo, è necessità, è “l'oltre”,
è musica, è armonia, è bellezza, è un fuoco d'artificio, è il miagolio della
mia gatta e il cinguettio che proviene dalla chioma degli alberi, è l'arcobaleno dopo il temporale ed anche il
temporale stesso, è la migliore amica della ragione, è sincerità, è
fragilissima forza e meraviglioso mistero ed è altro e altro ancora….
Oggi, assai di più che nel passato, sono tanti gli italiani che
scrivono poesie e molti di loro arrivano anche a pubblicarle. Tuttavia, il
mercato è asfittico, nel senso che l'offerta è sempre ampiamente superiore alla
domanda. Secondo te, per quale motivo si legge così poco la poesia?
Difficile dirlo. Ci provo comunque: innanzitutto penso che bisogna essere particolarmente appassionati del genere. Se
c'è tanta offerta significa
che la poesia è nella gente e desidera esternarla e condividerla.
E questa, a parer mio, è già una ricchezza. Con l'avvento del web poi c'è la
possibilità di fruirne gratuitamente a scapito certo dell'eventuale acquisto dei libri.
Del resto ognuno deve fare i conti con il proprio portafoglio! Dici che si
legge poca poesia? Può darsi. C'è da dire che è diverso leggere un racconto o
un romanzo, dal leggere poesia. La prosa cerca di proiettare la realtà
dell'interno all'esterno arricchendola con infiniti particolari, la poesia prende la realtà
esterna e la interiorizza. Per usare una metafora naturalistica direi che la
prosa è come un vivace torrente o un fiume che scorre fra diversi paesaggi
verso la sua foce, mentre la poesia è un laghetto smeraldino nascosto fra i
monti che fa da specchio al paesaggio circostante. Il torrente e il fiume sono
facili da incontrare nel nostro quotidiano, diciamo che sono alla portata di
tutti, mentre il laghetto smeraldino bisogna andare a cercarlo, magari lungo
ripidi sentieri. Ma la sua vista procurerà in noi una gioia insospettata ed appagante.
Questa è la poesia e chi
la ama la cerca, costi quel che costi.
Può essere uno dei motivi, come anche il fatto che a scuola non
venga insegnata la poesia come si dovrebbe, relegandola spesso al ruolo
d'incomodo per l'insegnante e per gli allievi. Resta comunque valido che, come
per la narrativa, se non si leggono molte sillogi poi è ben difficile riuscire
a scriverne. Al riguardo, qual è stato il poeta ( o i poeti) che su di te ha
maggiormente esercitato il suo ascendente e per quali motivi?
Riguardo alla scuola
penso sia vincolata dai programmi e forse punterà più che altro a formare gli
studenti per il mondo del lavoro visto che ben pochi credo
potranno permettersi di vivere con i proventi della poesia! Comunque, come
detto poc'anzi, pur vivendo nell'odierna società della tecnologia e del
disincanto c'è ancora tanto desiderio di poetare visto i tanti siti in materia
che proliferano nel web. Allora, forse, non tutto è perduto!
Come ho scritto nelle
poche righe di presentazione del mio libro, non ho avuto il tempo materiale per
dedicarmi alla lettura come avrei voluto. Ma fin dalle elementari ero attratta
dalle poesie che leggevo nel “sussidiario”. Il primo poeta poi che affascinò la
mia adolescenza fu Ungaretti con il quale mi sono sentita subito in sintonia
per il suo “chiaro” ermetismo e l'universalità del sentire che riusciva a
esprimere in pochi versi. E poi tanti altri, dovrei fare un lungo elenco, che
poi tutti più o meno conosciamo, a cominciare da Leopardi, Carducci, Pascoli, Gozzano, Saba, Montale, Pavese e via dicendo. Quale poeta
al femminile mi piace la nostra Sibilla Aleramo ed anche Alda Merini, Ada Negri
e tante altre. Fra gli stranieri Hermann Hesse, Rilke,
Baudelaire, la Dickinson
ed anche qui l'elenco sarebbe lungo. Ah, mi piace anche la poesia satirica di
Trilussa. Diciamo che un libro di poesie entra nella mia casa come un ospite
sul tappeto rosso che non se ne andrà più via!
Su quanto poco la scuola insegni in generale ci sarebbero da
scrivere migliaia di pagine. Comunque dare il giusto risalto alla poesia
significa formare criticamente gli allievi e la capacità di discutere di quel
che viene studiato didatticamente finirebbe con l'essere di ostacolo allo scopo
principale che è quello di fare del cittadino un oggetto del lavoro, e non
certamente un soggetto. E allora mi riallaccio alla domanda con cui ti chiedevo
perché ci sono pochi lettori di poesia. In una società senza più valori come la nostra non c'è spazio per lo specchio dell'anima, cioè la
poesia. Al riguardo, qual'é la tua opinione?
Io non sono così
pessimista. Non credo che non ci siano più valori, ma solamente una ricerca di
autenticità e libertà. Purtroppo l'uomo e la società perfetta rimarranno sempre
un'utopia. Quella che non dovrebbe mai scomparire è la buona volontà nel
migliorare. Una bella cosa, ad esempio sarebbe quella di far capire ai nostri
giovani la fortuna di non essere nati nel mezzo delle guerre e di apprezzare
così il valore inestimabile della pace e cercare di salvaguardarlo. Anche su
queste riflessioni si potrebbero scrivere fiumi di parole, ma tanti hanno già
scritto tanto e bene prima di me. Riguardo alla poesia penso sia una “scoperta”
che ognuno può fare individualmente a seconda della propria sensibilità e del
proprio carattere. Le possibilità di leggere i poeti non mancano certo e
nemmeno quelle di poetare. Anch'io ho dovuto essere un oggetto del lavoro fin
dagli anni della prima giovinezza per aiutare la mia famiglia e guadagnarmi da
vivere, ma la poesia mi ha atteso pazientemente perché sapeva che ci saremmo
ritrovate. E così è stato. E mai più ci separeremo.
E visto che hai rotto il ghiaccio con questa “opera prima” e che
l'appetito vien mangiando, hai in programma una nuova silloge?
A dire il vero questa
pubblicazione è già la realizzazione di un sogno e per il momento sono contenta
così. Magari continuerò a pubblicare qualcosa sui vari siti web.
Ognuno di noi ha sempre qualche cosa che desidera dire e attende
invano la domanda, perché l'intervistatore ovviamente non è in grado di sapere
di questo nostro desiderio. Ecco quindi che ti si offre l'opportunità di
ovviare a questo inconveniente: se c'è una domanda a cui gradiresti tanto
rispondere, ti chiedo di portela e, ovviamente, di rispondervi. E' evidente che
deve riguardare il campo letterario. E' un'occasione unica, forse irripetibile
e quindi sfruttala.
Visto che me lo chiedi, ecco una domandina semplice semplice:
perché dal tempo dei tempi ci sono più
scrittori che scrittrici? Perché ci sono più poeti che poetesse?
E tu vorresti da me una
risposta, Renzo! Francamente mi piacerebbe tanto che rispondesse un uomo a
questa domanda. Dal canto mio mi sembra
di poter dire che il perché è forse dovuto ai pregiudizi ancestrali che
ritenevano la donna un essere inferiore, addetto solo alla procreazione e alla
cura domestica. E pertanto l'istruzione era principalmente prerogativa del
maschio. Le eccezioni fortunatamente ci sono state. Le donne che appartenevano
ad un ceto sociale elevato hanno avuto più opportunità in tal senso. Del resto
non sono tanti anni che ci hanno dato il permesso di votare. Per fortuna,
comunque, da qualche decennio la donna può godere di più opportunità che le permettono
di valorizzare la sua intelligenza. Anche se, sbirciando certi programmi
televisivi, mi pare che tanto cammino rimane ancora da fare per poter essere
considerate più soggetti che oggetti.
Potrei controbattere dicendo semplicemente che gli autori maschi
sono migliori, ma non è proprio così, perché la qualità letteraria è
indipendente dal sesso. Comunque grazie per le risposte e alla prossima, con
gli auguri per questa tua prima pubblicazione.
Sulla riva del fiume
di Giovanna Giordani
Aletti Editore
www.alettieditore.it
Poesia silloge
Collana “Gli emersi – Poesia”
Pagg. 64
ISBN: 9788876809668
Prezzo: € 12,00