Intervista
di Salvo Zappulla a Silvia Leonardi,
autrice del romanzo Allo specchio, edito
da Gruppo Albatros Il Filo
Silvia, questo tuo romanzo d'esordio sembra voler
stimolare in ognuno di noi il desiderio di confrontarsi con la propria
coscienza. C'è sempre uno specchio lì ad aspettarci?
Credo che capiti a tutti, almeno una
volta nella vita, di fare un bilancio della propria esistenza. Di restare come
sospesi, fuori dal tempo, a ripercorrere i nomi e i volti delle persone che –
nel bene e nel male – ci hanno segnato. In un certo senso il mio vuole essere
un invito all'introspezione ed alla riflessione, esercizio ormai scarsamente
praticato, troppo facilmente trascurato ed oscurato a favore di una frenesia ed
un' “urgenza di vivere” che monopolizza la nostra
attenzione, succhia le nostre energie, svuotandoci il cuore e la mente; un
incoraggiamento a porre noi stessi “allo specchio”, senza reticenza né timore
di scoprire fantasmi inaspettati, perché solo se prima ascoltiamo noi stessi
abbiamo buone possibilità di interpretare la vita nel modo migliore. Ogni
momento delle nostre giornate può essere quello giusto per guardarci riflessi,
come fa Maria, perché almeno per un istante, di qualsiasi giorno di qualsiasi
vita, ci sarà sempre un autobus da poter perdere e lasciar andar via.
Cos'è per te la felicità?
Che domanda difficile! Avessi la
definizione ne avrei forse anche la chiave. Credo che ognuno possa ritrovarsi
in un desiderio così semplice e – forse proprio per questo- difficile da
contenere in una forma tangibile e reale La felicità è per me una condizione di
benessere che implica gioire delle piccole cose, spostare il paletto dei desideri sempre un po' più in là e lottare perché
possano avverarsi. Senza dimenticare le infinite forme di felicità che ci
passano accanto, quelle che sembrano quasi ovvie e scontate e che invece sono
il collante della nostra vita. Felicità è sapere che le persone che amo stanno
bene, avere progetti che crescono, idee che ruotano in testa. Saper cogliere la
bellezza nella natura, nell'arte, nella poesia, nello sguardo dei bambini.
Convinta sempre che “quel mio essere felice nella maniera che può bastare sia
già vera felicità” .
Quanto è importante per te scrivere?
Scrivere è senza dubbio il modo più umano
di rappresentare se stessi. Personalmente scrivo “sotto emozione”, non riesco
semplicemente a legare parole che insieme risultino coerenti e piacevoli.
Dentro deve prendere posto una suggestione, un guizzo, un moto per quanto
piccolo. Anche se non parlo direttamente della mia vita, cerco di tessere un
filo sottile con il lettore, trasmettere insomma a chi legge la sensazione di
ritrovarsi in qualcosa di già sperimentato sulla propria pelle.
In questo senso scrivere è stato da
sempre per me la naturale valvola di sfogo alle emozioni, fin da bambina, e non
necessariamente per uno scopo. Ho scritto gioie e dolori, momenti che ho
condiviso e attimi solo miei, strettamente privati.
Anche se devo ammettere che sono più
incline a un certo tipo di scrittura “creativa” in momenti di particolare
malinconia.
Me lo spiego solo con il fatto che solitamente il dolore
ci colpisce più duramente della gioia, mette a nudo in maniera evidente la
nostra condizione precaria di esseri umani ed è qualcosa che tutti
sperimentiamo prima o poi nella vita.
Per questo non smetterò di scrivere
finché avrò qualcosa da dire.
Maria, la protagonista del tuo romanzo, sembra quasi una
persona alla continua ricerca di se stessa, come divorata da un'ansia
struggente e metafisica.
Quanto ti riconosci in quel personaggio?
Ho iniziato a scrivere “Allo Specchio”
diversi anni fa, e forse allora mi riconoscevo di più nel personaggio di Maria.
Era il periodo in cui, trasferitami dalla Sicilia a Roma, soffrivo di questa
libera scelta che pure mi allontanava dalla mia terra, dai miei affetti, dagli
amici di sempre. Per questo ho trasferito in Maria una malinconia struggente,
un'affannosa ricerca della felicità, senza saper esattamente come definire il
vuoto –l'assenza forse- che mi portavo dentro. In realtà si trattava solo di
ritrovare una mia dimensione, il posto giusto in cui stare. A livello
biografico con Maria non ci sono similitudini ma è chiaro che il personaggio
porta con sé un mondo di emozioni e una gamma di sfumature in cui mi riconosco.
Un'etica, se vogliamo, un attaccamento ad alcuni
valori come la famiglia, la terra, l'onore che volenti o nolenti noi gente del
Sud abbiamo impressi nel nostro codice genetico.
Maria rappresenta in realtà tutte le
donne che sopravvivono al silenzio, all'abbandono, alle ferite e forse in tal
senso chiunque faccia parte dell'universo femminile può ritrovare un pezzetto
di lei nella sua vita.
C'è qualcos'altro nel cassetto? Vuoi
anticiparci qualcosa?
Sto terminando un romanzo, del quale non
vorrei anticipare troppo. È una storia totalmente diversa rispetto “Allo
Specchio”, molto più…diciamo moderna, attuale, riflesso dei nostri tempi e di
una società in cui è facile snaturarsi e perdere di vista valori importanti. La
definirei una storia d'amore e di perdono, a volte possibile, altre impossibile
e nei limiti della nostra natura umana. Anche il linguaggio è diverso, in
alcuni punti colorito e spontaneo. In mezzo a tutto questo, spero sempre e
comunque di riuscire a trasmettere un messaggio e che le mie parole possano
essere spunto di riflessione. La protagonista ancora una volte è una donna,
voce narrante in prima persona e spero che chi lo leggerà possa trovarlo
divertente e al tempo stesso “meditativo”.
Allo specchio
di Silvia Leonardi
Gruppo Albatros Il Filo
Narrativa romanzo
Pagg. 85
ISBN: 9788861853041
Prezzo: € 13,00
Salvo Zappulla