Intervista
di Renzo Montagnoli a Maria Teresa Santalucia Scibona, autrice della silloge poetica Nutrimenti per l'anima, edita da Joker.
Perché questo titolo?
Il titolo può definirsi il biglietto da visita del libro, in esso ci
sono due distinte motivazioni.
La prima si riferisce
ai grandi protagonisti o alle persone a me care, che hanno intarsiato la mia
vita, arricchendola con le opere, con la presenza e l'amicizia .
Alla seconda volevo dare una dimensione metaforica più elevata.
Nel mio accidentato
percorso esistenziale, la libertà dello spirito è stata la mia salda guida
interiore.
E se come intima
aspirazione volevo rinvigorire il mio anelito spirituale, nell'irto viaggio
verso la trascendenza, dovevo alimentare la parte carente dell'anima, con un
buon nutrimento.
In effetti questo libro è una raccolta di
sillogi, di cui la più corposa è quella dedicata, come hai scritto tu, ai
grandi protagonisti o a persone che ti sono particolarmente care. Ho notato che
queste poesie “dedicate” presentano spesso una prima parte metaforica e poi la
seconda è più specifica del personaggio destinatario del componimento. Questo
procedere mi ha ricordato un po' le Odi di Orazio, tanto è inusuale.
Quindi la domanda è questa: Quinto Orazio Flacco, dal
purissimo stile, rientra fra i poeti che hanno esercitato un influsso su di te
e, più in generale, quali sono i poeti che più hanno concorso alla tua
formazione artistica?
Più che sillogi, le considero varie sezioni dettate dalla
curiosità per l'universo che mi circonda, legate dalle stesse tematiche.
Negli anni
scolastici sicuramente ho assorbito lo stile oraziano, ma in verità per la mia
formazione, devo molto alla lettura dei romanzi stranieri, a cominciare dai
russi.
Rimasi colpita dalla
magnifica opera incompiuta
“ Le anime morte” di Nikolaj Gogol, per
l'acuta analisi della società del suo tempo, per la bassezza morale dei
personaggi, generata dallo sfruttamento e dall'ingiustizia che attanagliava il
popolo minuto.
Come dimenticare
l'illuminante romanzo, ancora così attuale e moderno “ I Fratelli Karamazov, “ che
condensano il pensiero di Dostoevskij
per l'eterno travaglio interiore
tra il bene e il male.
E che dire di William
FaulKenr, definito la voce del profondo sud, con il
suo corposo e
sanguigno concetto di vita. Inoltre, Below, Bớll, Miller, Mann…
Gli amati scrittori che vorrei menzionare, sarebbero troppi.
Fra i
poeti, un debito di riconoscenza lo devo all'insuperabile Giacomo Leopardi e a
mio nonno Raffaele Santalucia, che per il mio
compleanno, mi fece il pregevole dono del II° volume dell' epistolario del conte Giacomo (pubblicato
dall'editore napoletano nel 1860).
Giuseppe Ungaretti
nelle mirabili “ Lezioni su Leopardi”, così definiva :
“ La poesia è un tentativo di far esorbitare dalla storia la
nostra permanenza terrena.. ” E il nostro Contino,
sarà ammirato per sempre.
Poi, dovendo operare una
stringata e crudele selezione opterei per la lirica romantica di Giorgio
Caproni, quella visionaria di Dino Campana, l'elegia alta e barocca di Gesualdo Bufalino, (autore fra i
prediletti).
Mi ritrovo per affinità,
nel mondo onirico di Emily Dickinson, nutro simpatia per i versi delicati e
autoironici di Guido Gozzano.
Mi affascina la poesia rude,
solitaria, sentimentale di Sergej Esenin, quella romantica e penetrante come una lama, di
Boris Pasternak.
Aggiungo alla parziale lista Jorge Luis
Borges, Mario Luzi, Salvatore Quasimodo, Yves Bonnefoy che ho avuto il privilegio di conoscere a Siena,
in breve, poeti più significativi del panorama italiano e straniero.
E' possibile allora dire che hai tratto il succo di ogni possibile
autore, sia che si sia trattato di un narratore che di un poeta. In effetti tutto ciò che leggiamo con passione finisce
inevitabilmente per riflettersi in noi, in un'acquisizione di conoscenza di cui
spesso non siamo esattamente consapevoli. Possiamo avere delle preferenze per
questo o quel letterato, ma resta il fatto che di ognuno rimane una traccia
dentro di noi. Questa nostra parte interiore mi fa ritornare al titolo del
libro e al tema e quindi ti pongo una domanda di non facile risposta. Secondo
te, che cos'è l'anima?
L'accorta lettura di insigni letterati, con i loro diversi stili,
favorisce la maturazione del pensiero e amplifica gli angusti orizzonti della
mente, plasmandola. La mia predilezione si orienta verso autori, con affinità
di gusti, di sensibilità e
di tendenze letterarie.
Poi, ogni scrittore, mette a frutto le personali esperienze di
vita, ponendo nelle proprie opere, le linee guida dell'ambiente in cui è
vissuto e gli insegnamenti
dell'educazione recepita.
Ciascuno mira ad una propria cifra stilistica, che rispecchi la
sua autentica personalità e lo renda unico e riconoscibile, per le vibrazioni
del suo universo interiore e per la valida caratura degli scritti.
Mi chiedi cos'è l'anima? La domanda è assai complessa, ma tenterò
di rispondere.
Per me credente, è una scintilla divina intangibile, il vestibolo
esterno unito al nostro corpo mortale. Potrei definirla una guida interiore
della mente, della volontà, delle emozioni che provo; è un pernio, un cardine,
una bussola che orienta e controlla razionalmente le mie azioni e le libere
scelte verso il bene e verso l'intima trascendenza dello Spirito (o Pneuma).
E se fosse il soffio divino, cioè la scintilla della vita? Ci
possono essere tante definizioni o pseudo definizioni di anima. Del resto la
sua etimologia sta nel greco anémos, appunto soffio.
E se è una guida interiore della mente, come hai risposto tu, allora quali
possono essere i suoi nutrimenti?
Ho cercato di sintetizzare il concetto di anima, ossia quell' eterea sostanza che Dio ha elargito a tutti gli
uomini.
Un' altra distinzione potrebbe essere, la
differenza fra l'anima sensitiva degli animali e l'anima razionale degli umani,
tesi al raggiungimento e al perfezionamento dei loro ambiziosi, provvisori…
progetti terreni.
Gli uomini nutrono il proprio intelletto, con le direttive del
libero arbitrio rivolto al male o al bene.
A me interessa non vivere invano, e dare un senso profondo alla
breve vita. Malgrado
i dubbi e le quotidiane defezioni agli imperativi dottrinali, cerco di nutrire
e potenziare tale regale dono, attraverso la preghiera, i Sacramenti e la Grazia. Il discorso
diventerebbe lungo e tortuoso, mi ritengo una misera cosa, e non mi sento così
preparata, da affrontare un argomento teologico tanto importante.
Concludo quindi col dire, che “ Lo Spirito è l'anima
dell'anima…e soffia dove vuole…”
Se chiederai lumi, Lui te li concederà.
La tua quindi è una poesia che è permeata da una continua ricerca
dell'assoluto, quasi un anelito alla trascendenza frutto di una
intensa e non superficiale religiosità. Si vede, peraltro, che Siena è
luogo ideale per certe anime al fine di elevarsi spiritualmente. Senza forzare
un paragone con Santa Caterina, c'è però qualche cosa che vi accomuna, una vena
di misticismo che trovo più marcata in altre tue poesie che non in questa
raccolta.
Sei d'accordo?
Nelle scelte di vita quotidiana, mi attengo ai fondamenti della
fede, che siano saldi sulla gerarchia dei valori. Quindi, anche la poetica,
come cibo spirituale per eccellenza, dovrebbe rispecchiare il valore specifico
della legge morale, atta a favorire l'onestà dell'intelletto, una fraterna
caritatevole giustizia e una pacifica, convivenza sociale.
Siena, con il meraviglioso Duomo dall' architettura
romanico – gotica, che svetta ardita tra le nubi, possiede un suo tipico
carattere ascensionale.
Ma, il complesso tessuto ambientale, si è sempre orientato fra il
sacro e il profano, come ben dimostra lo straordinario pavimento chiaroscurale,
dove le Sibille, Mosè, Ermete Trismegisto e David il
salmista pacificamente convivono.
La nostra grande mamma Santa Caterina,
protegge amorevolmente i suoi rissosi.. e intemperanti figli.
Si, la tua osservazione è giusta, la
silloge può sembrare meno mistica, però la stella polare che orienta il mio
rabberciato veliero, è sempre la stessa.
Del resto, il mondo è popolato da miliardi di persone che non si
conoscono.
Noi esistiamo solo per coloro che ci amano, così nelle diverse
raccolte mi è sembrato giusto personalizzare le composizioni dedicandole a
protagonisti noti o meno noti, ma altrettanto cari, con i quali c'è stato un
reciproco affetto o come scrive l'infaticabile filosofo Origene
“ …l'accordo di pensiero e di sentimenti per giungere alla concordia…”
Dove si ritrova pienamente la tua natura mistica è nelle ultime
sette poesie, raggruppate in una minisilloge che hai intitolato Elogio per lo spirito. Peraltro ho
rilevato una tendenza metaforica in quanto parlando di tempi passati non sono
nemmeno tanto celati riferimenti a quelli
presenti. In Esortazione, per
esempio, non è difficile immaginare che la
stessa sia rivolta all'attuale stato di
Israele, così come L'ultimo tempo è
una sorta di velato testamento. Veniamo alla domanda. Il misticismo può portare
a una temporanea estasi, oppure fa pervenire il soggetto a un grado permanente
di consapevolezza superiore che lo astrae dalla realtà?
Ho dedicato alcune poesie a Gerusalemme, città santa, unica e
straordinaria, contesa ed amata da diverse religioni monoteiste. Per gli ebrei - cristiani, con il
suo dualismo storico, incarna il fulcro di patria terrestre e celeste.
Per loro, Sion rappresenta la chiesa dell'anima.
Secondo le profezie, quando il mondo scomparirà, è il luogo sacro dove
tutti gli uomini saranno radunati da
Dio, per il giudizio finale.
Di conseguenza, il mio testo “Esortazione”, è rivolto al popolo di
Israele, affinché ritrovi la pace, la giustizia e la salvezza, che gli era
stata assicurata da Mosè, nel giungere alla Terra Promessa.
Tutti vorremmo rivivere due volte, spesso con l'idea di riuscire a rimediare
agli errori commessi per mancanza di esperienza.
In “ Ultimo tempo” desidererei almeno, poter essere ricordata
dagli amici più cari, per le minime cose che
sono riuscita a realizzare e per “la sobria dignità “ del vivere, diritto
inalienabile di ogni essere umano.
La parola misticismo possiede una miriade di significati. Come
asserisci tu, la bellezza del creato può suscitare in noi, stupore ed
estatica meraviglia. Se invece ci riferiamo al rapimento celeste, l'estasi si
potrebbe definire – la sospensione dei sensi - che va al di là del naturale.
Tale straordinaria esperienza, è stata vissuta saltuariamente da
molti santi cristiani, dopo aver raggiunto una profonda unione intima col
Signore.
Per quanto sia difficile spiegare questa percezione
soprannaturale, con un linguaggio umano, ad esempio
Santa Teresa d'Avila dichiarò al suo confessore, che nessuna
felicità terrena si potrebbe paragonare all'intenso godimento, di tale afflato
mistico voluto e concesso da Dio.
Spesso, dopo una
prolungata malattia, nelle persone normali e credenti come me,
dando una valenza salvifica alla propria sofferenza, si avverte, la netta
consapevolezza di quale sia la vera essenza della
vita,
e si acquisisce un progressivo distacco
dalle futili cose.
Purtroppo siamo giunti al termine di questa intervista che reputo
veramente interessante. Mi rammarico di non procedere oltre, ma sono certo che
ci saranno altre occasioni, altre opere che potranno costituire lo spunto per
un nuovo dialogo. Al momento ti ringrazio e ti saluto formulando i migliori
auguri per questo tuo ultimo lavoro poetico.
Nutrimenti per l'anima
di Maria Teresa Santalucia Scibona
Postfazione di Sandro Montalto
In copertina: Enzo Santini, Cello player, 1990,
encausting painting
Edizioni Joker
www.edizionijoker.com
Poesia
Collana I Fiori Collana
Pagg. 74
ISBN 978-88-7536-228-7
Prezzo €
11,00