Intervista a
Laura Costantini
e Loredana Falcone
Fiume pagano
di Giuseppe
Iannozzi
1. “Fiume pagano”, un giallo o anche un possibile manifesto di
libertà ideologica e religiosa?
Rimanendo
nell'ambito della mitologia classica, diciamo che si tratta di un libro
bifronte, come il dio Giano. Che prevalga un aspetto o l'altro, è a totale
discrezione del lettore. Fermo restando che un manifesto di libertà ideologica
e religiosa di questi tempi ci sta tutto.
2. Monica la protagonista di “Fiume Pagano”, e Claudio e Attilio
due uomini che lottano per conquistare il cuore di lei. Non proprio dei
gentiluomini a dire il vero, né Claudio né Attilio.
Perché,
conosci qualche gentiluomo?
3. Attilio vorrebbe una Roma pagana, più o meno uguale a quella di
prima che Costantino consegnasse la città al Cristianesimo: perché?
Perché
i culti pagani si svolgevano all'insegna della totale tolleranza. Non
esistevano seguaci di Giove tanto fanatici da andare a contestare ai seguaci di
Mitra il loro credo. C'era posto per tutti.
4. E' a
vostro avviso possibile, oggi come oggi, restaurare una Roma laica senza cadere
nella trappola del fascismo?
Eppure
Attilio Vittori, il capo della Brigata Coclite, lo spiega abbastanza bene. Sorvoliamo
sul fatto che non hai studiato con impegno e andiamo al nocciolo della
questione: il fascismo si appropriò dei simboli della romanità, ma non seppe
mai raggiungerne la profondità di pensiero. Essere civis romanus equivaleva a
sentirsi parte di un'entità dove dovere, diritto e responsabilità venivano
prima di ogni altra considerazione.
5. In “Fiume pagano” si ha la tentazione di
pensare che le autrici non vadano molto d'accordo con la Roma papalina.
Dici?
Eppure abbiamo fatto di tutto per non lasciarlo trasparire.
6. Il fuoco sacro di Vesta. Che cosa ha rappresentato per Roma? E,
oggi, potrebbe rappresentare ancora qualcosa per gli spiriti liberi o laici che
dir si voglia?
Per
Roma rappresentava il fulcro stesso della comunità. Vesta era il fuoco nel
focolare, era la casa, era la
patria. Oggi il fuoco sacro potrebbe rappresentare la
capacità di mantenere il nostro intelletto vivido e libero da condizionamenti e
compromessi.
7. Monica cerca il padre, ma sa soltanto che vive tra i clochard. La
sua è una ricerca per niente facile che la porta a contatto con una cruda
realtà, quella dei senzatetto. Secondo voi, che tipo di persone sono i
clochard? Avete mai provato a vivere in strada come loro, anche solo per un
giorno, per poi descrivere la loro difficile condizione nel vostro romanzo?
Farebbe
parecchio fico dire che abbiamo vissuto da barbone per qualche giorno, ma non è
così. I clochard sono, per la maggior parte, persone che hanno scelto per
motivi mille di vivere in quel modo. Di sicuro sono narrativamente affascinanti
e lo dimostra la grandissima quantità di senza tetto presenti nella narrativa
contemporanea. La loro difficile condizione la conosciamo per un lavoro di
documentazione che è sempre presente nei nostri romanzi e che, in questo caso,
risale alle esperienze di una collega di Laura che ha lavorato per la comunità
di Sant'Egidio.
8. Il vostro rapporto con Margherita Yourcenar?
Datato.
Abbiamo letto “Le memorie di Adriano” ai tempi del nostro liceo e abbiamo dato
una mano al figlio di Lory in occasione del suo esame di maturità, quando una
mappa concettuale di quelle che vanno di moda oggi, lo ha portato ad affrontare
il pensiero della Yourcenar soprattutto riguardo
l'Olocausto. Ma “Animula, vagula, blandula” ha conservato intatto il suo
fascino di rimpianto.
9. Lucrezia o Coelia Concordia, una aristocratica
della Roma bene. E' lei una femme fatale un po' in là con gli anni e che fa
credere a chi le sta intorno di vedere nei clochard una famiglia. A chi vi siete ispirate per delineare questo non poco
ambiguo personaggio?
Lucrezia
ha la bella faccia rugosa di Virna Lisi. Per quanto riguarda il carattere, è in
toto una nostra creatura.
10. Perché non avete scritto un romanzo storico invece di adoprare
gli stereotipi del giallo per scrivere “Fiume pagano”?
Perché
non volevamo scrivere un romanzo storico.
11. A vostro avviso perché in questo
difficile momento storico si scrive tanta narrativa di genere? E ancora, perché
molti scrittori guardano quasi con disprezzo alla Letteratura ritenendola
inadatta se non addirittura inutile per descrivere la moderna società?
Uno
scrittore guarda con disprezzo alla Letteratura perché non è capace di farne. In
quanto al genere, premesso che non crediamo che il nostro romanzo sia
propriamente un giallo, la predilezione per le storie che alla fine spiegano un
contesto è dovuta, a nostro parere, al fatto che nella realtà nessuno più
riesce a spiegarsi quello che ci succede intorno. Un giallo, per lo più, è
consolatorio.
12. “Fiume pagano” è un prodotto letterario o più semplicemente
della buona narrativa d'evasione?
Nessuno
dei libri che escono oggi è un prodotto letterario, checché ne pensino i vari
vincitori del premio Strega. Prodotto letterario lo diventeranno, se mai, nel
giudizio dei posteri. Per quanto ci riguarda, siamo molto fiere di produrre
buona narrativa d'evasione. Vivaddio.
13. Scrivete a quattro mani tu, Loredana Falcone, e tu,
Laura Costantini. Chi di voi due
contribuisce in misura maggiore al plot narrativo? Ad esempio, per “Fiume
pagano”, come vi siete coordinate? Vi capita mai di prendervi per i capelli?
Siamo
entrambe molto crinite, quindi non ci siamo mai prese a capelli. Il nostro
metodo è stato recentemente scoperto da un sagace avvocato napoletano: Laura
comincia dalla fine, Lory dall'inizio e ci si incontra a metà strada.
14. Perché leggere il vostro “Fiume pagano”? Enumerate pure delle
buone ragioni, meglio se spudorate, per cui i lettori dovrebbero consumarsi gli
occhi sul vostro romanzo.
Intanto
non è un mattone da mille pagine, quindi garantisce un basso consumo delle
cornee. Poi chi legge il nostro romanzo ha meno tempo da dedicare
all'immondizia narrativa attualmente in circolazione. Te pare poco?
15. State già lavorando a un nuovo romanzo? A grandi linee
potreste gentilmente anticipare ai lettori i vostri progetti per il futuro?
Noi
lavoriamo sempre a un nuovo romanzo. In questo caso è un romanzo storico sul
Messico di Benito Juarez e Massimiliano d'Asburgo. Protagonista una giovane e
avventurosa fanciulla italiana con aspirazioni giornalistiche.
Grazie Laura, grazie Loredana. I miei migliori auguri per tutto.
Grazie
Giuseppe, per il tempo che ci hai dedicato, per l'intervista e per le acute
domande.
P.S.:
Acute, ma non cattive. Che sia un segno del tempo che passa?
Baci
Laura Costantini e Loredana
Falcone – Fiume pagano – Historica edizioni – collana narrativa contemporanea – 1ma edizione 2010 – € 15,00