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  Letteratura  »  La carne, di Emma Glass, edito da Il Saggiatore e recensito da Katia Ciarrocchi 24/04/2021
 
La carne – Emma Glass – Il Saggiatore – Pagg. 114 – ISBN 9788842824190 – Euro 17,00




C’era una volta un uomo fatto di salsicce. E c’era una volta una ragazza vegetariana. L’uomo fatto di salsicce aggredisce la ragazza vegetariana. La ragazza vegetariana torna a casa col sangue che cola lungo le cosce, sutura la ferita con ago e filo e prova a fare come se niente fosse. Ma fare come se niente fosse è difficile, perché l’uomo fatto di salsicce non smette di perseguitarla: spiandola dal bosco vicino a scuola, affacciandosi a una finestra, spuntando da un lampione. La ragazza vegetariana non riesce a dormire, con il ricordo di quella gigantesca bocca spalancata, non riesce a concentrarsi, con quell’odore di grasso bruciato nelle narici, non riesce a mangiare, con lo stomaco gonfio e teso come un tamburo. Sente qualcosa di mostruoso crescerle dentro. Per riavere indietro la sua vita – andare a scuola, a nuotare, incontrare il fidanzato – la ragazza vegetariana assale l’uomo fatto di salsicce e lo cucina a un barbecue di famiglia. Poi si butta in piscina, ma il suo corpo si spolpa e diventa un osso. E poi la ragazza vegetariana e l’uomo fatto di salsicce non c’erano più.

Riflessioni

Un altro Audiolibro ascoltato è La carne di Emma Glass e credo sia il libro più inquietante che io abbia mai letto.
Emma Glass è geniale, ha costruito una favola dark per toccare argomenti non facili da trattare.
Devo essere sincera, non mi sono subito concentrata sulla componente personaggi, perché il tema trattato, quale le molestie sessuali, la violenza carnale, ha affollato immediatamente le mie emozioni, tutte.
Ma come dicevo sopra la genialità, è stata quella di creare dei personaggi cibo, realizzando un’ambientazione surreale con tratti comici che però fanno accapponare la pelle quando narrano vicende tanto crude quanto reali; violenze talmente difficili da raccontare senza cadere nel banale.
L’autrice riesce a mostrare perfettamente quali possano essere le conseguenze di un “Male” subito, perché la cosa più difficile al mondo è dimenticare tanta bruttezza e ancor meno riuscire a perdonare.
La carne è un romanzo crudele, tagliente, talmente vero che sprofonda nell’anima riducendola in brandelli, ma nello stesso tempo è toccante e aiuta a riflettere sulla grande battaglia dell’esistenza: quella della sopravvivenza.
La scrittura della Glass scorre fluida ed è perfetta nella sua alternanza, negli alti e bassi dei sentimenti provati, non solo dai protagonisti ma dal lettore stesso.
Il finale? Io l’ho trovato consono a tutta la linea narrativa, non poteva essere dissimile visto come è stato impostato il romanzo, e a mio avviso ha più interpretazioni.
È un libro che consiglio vivamente, ma con le giuste precauzioni perché i temi trattati sono difficili da digerire.

Citazioni tratte da: La Carne

È buio. Il sangue è nero. Secco. Crepa crepitio crepitante. L’odore di grasso bruciato mi intasa le narici. Avvicino le dita alla faccia e tolgo l’unto. Si attacca alla lingua, striscia in bocca, slitta sui denti, sulle guance, gocciola in gola. Vomito.

Tagliare. Non scivolare. Tagliare. Non scivolare. Tagliare. Tagliare. Scivolare vuol dire troncare, dentro la paura paura paura piombare. Pensavo che farlo allo specchio fosse una buona idea ma non riesco a coordinare i movimenti. Guardo la mia immagine riflessa. Il braccio trema violentemente. Metto le forbici sull’asciugamano davanti a me. Mi alzo premendo le nocche sulla stuoia, cerco di aderire con la schiena alla parete del bagno. È fredda. Mi tolgo la camicia. Mi viene subito la pelle d’oca e ogni minuscolo pelo si rizza e io mi guardo allo specchio e rido perché sembro un cactus. Un cactus con le gambe. Un cactus impiantato in cima a qualcosa con le gambe. Qualcosa con le gambe ben divaricate e una vagina spaccata ma che ora si spera è sanata e non rido più. Il freddo mi distrae. Un agente anestetico naturale. Non so perché ho pensato di poter togliere i punti con le forbici da cucina.

Dentro la vena. Vedo il mio amico globulo rosso fino all’osso. Lo sfioro e lo ringrazio di avermi dato assistenza e speranza e, dico, spero di vederti presto nel luccichio sulle guance di Green là dove poi si poserà un bacio.

Se davvero non volevi mangiare carne non dovevi farlo, dice serio. Ma so che è difficile per te con tua mamma e tuo papà che te la menano sempre perché sei vegetariana. Oh, dico e impacchetto di nuovo
Il mio micidiale segreto per riporlo sullo scaffale nel retro della mente.


Katia Ciarrocchi


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