Alle
radici del male – Roberto Costantini –
Marsilio – Pagg. 700 – ISBN 9788831741071
– Euro 12,00
Il
bene e il male
È
maledettamente labile, e mai netto, il confine tra bene e male che
emerge fra le pagine di questo sorprendente romanzo di Roberto
Costantini. Scopro quasi subito che si tratta del secondo volume di
una trilogia, ma procedo comunque nella lettura, pur essendo ignara
dei contenuti del primo, perché anzitutto l'ambientazione ha
su di me una presa immediata: la Libia degli anni Sessanta, dove la
toponomastica di Tripoli ancora tradisce il passato coloniale e il
ghibli soffia “il suo alito infuocato di sabbia”.
È
laggiù che cresce Michele Balistreri, chiamando casa quella
torrida terra nordafricana su cui a poco a poco iniziano ad
addensarsi le nubi minacciose della Storia. Una vita agiata all'ombra
di un nome che conta, quella vissuta dall'adolescente protagonista,
senza peraltro farsi mancare esperienze che definire delinquenziali
suona in verità riduttivo; un vecchio patto di sangue tra
amici lascia una cicatrice indelebile sul polso e ancor più
nell'anima, mentre delusione e rabbia approdano infine sull'altra
sponda del Mediterraneo per continuare ad avvelenare un'esistenza che
non sembra possa trovare requie né perdono.
La
lunga vicenda narrata si divide in due parti, delle quali la prima,
catturando il lettore fin dall'incipit, è forse quella meglio
riuscita. Personalmente, ho trovato una prosa davvero molto
coinvolgente, capace di muoversi con abilità attorno a un
mistero agghiacciante di cui soltanto l'epilogo, dopo vari depistaggi
ad arte della penna dello scrittore, svelerà retroscena e
crudeltà dinanzi a cui la giustizia umana, quella al di fuori
dei tribunali, non può tentennare. Trama complessa da
raccontare in breve; occorre leggere e lasciarsi trasportare dalle
inquietudini di un personaggio molto ben riuscito come quello di
Balistreri e sferzare dal ghibli che proviene da quegli umani,
insondabili deserti dove luce e ombra spesso si confondono e il male
mette silenziose radici.
Valutazione complessiva, dunque,
di quattro stelle e ½, per la storia in sé e lo stile
narrativo, nonché per l'ambientazione libica (e la breve
parentesi egiziana) che dimostra una conoscenza diretta da parte
dell'autore (non a caso, Costantini è nato a Tripoli nel 1952)
di luoghi e società araba locale.
Laura
Vargiu
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