Il
lampadario
– Clarice
Lispector – Adelphi – Pagg. 282 – ISBN
9788845937163 –
Euro
19,00
Il
lampadario dell’infanzia perduta
Una
storia amara, un testo duro che scava nell’animo umano e
racconta la fug da luoghi della felicità
Sembra
guardarci impassibile, elegante, dalla copertina del suo romanzo
Clarice Lispector, autrice de “Il lampadario” (pp.282,
euro 19) che Adelphi ci propone nella bella traduzione di Virginia
Caporali e Roberto Francavilla. Stiamo leggendo un romanzo pieno di
pathos che crea ansia nel lettore. Lo stile può apparire a
tratti prolisso, comunque la lettura è attraente. Un testo
duro perché scava nei meandri più nascosti della
psiche, mettendo in risalto le fragilità più
imperscrutabili dell’essere umano. Nell’incipit della
narrazione incontriamo Virginia, la protagonista, che si aggira nella
grande casa di famiglia, magra, scalza, solitaria “in
concentrata distrazione”. I mobili di casa spariscono un poco
alla volta, venduti, rotti o troppo vecchi. E le porte si aprono su
stanze spettrali in cui regnano il vuoto il silenzio e l’ombra.
Resiste, non sconfitto dagli anni, appeso al soffitto un lampadario,
unico sopravvissuto di antichi fasti. Virginia era vissuta qui negli
anni dell’infanzia coi genitori, la sorella Esmeralda, molto
legata al fratello Daniel che esercitava un certo potere su questa
adolescente inquieta. Con Daniel condivideva segreti: dal misterioso
cappello che vedono scivolare lungo il fiume e che immaginano
appartenga a un annegato, alla scatola piena di ragni velenosi di
Daniel, fino alla Società delle Ombre di cui sono gli unici
membri. Quando entrambi, cresciuti, lasceranno la tenuta di Granja
Quieta, per andare a studiare in città, i loro destini li
separeranno. E quando, dopo un’ardua educazione sentimentale, a
nostro avviso più erotica che sentimentale (Virginia conoscerà
alcuni partner, fra i quali si distingue Vicente) , Virginia deciderà
di tornare nella casa di famiglia, capirà che “il posto
dove si è stati felici non è il posto dove si può
vivere. E sul treno che la riporterà lontano si accorgerà
di aver dimenticato di guardare il lampadario e capirà di
averlo assolutamente perso nella stessa misura in cui ha perso
l’incanto della sua infanzia. Lasciamo alla curiosità
del lettore l’epilogo triste di questo affascinante romanzo.
“Il
lampadario” è il secondo romanzo di Clarice Lispector
(1920-1977, terminato a Napoli nel 1946 e pubblicato lo stesso anno.
Lo scrittore Lucio Cardoso, grande amico dell’autrice,
giudicava il titolo “Il lampadario troppo dimesso, ma a lei
piaceva proprio per la sua povertà.
Grazia
Giordani
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