Metello
– Vasco Pratolini – BUR – Pagg. 329 – ISBN
9788817046480
– Euro 13,00
All’ombra
delle impalcature
La
rappresentazione della lotta di classe è al centro di questo
romanzo facente parte della trilogia “Una storia italiana”
tesa a rappresentare nei suoi tre volumi il mondo proletario,
”Metello” (1955), quello borghese, “Lo scialo”
(1960), e quello intellettuale, “Allegoria e derisione”
(1966).
Un
romanzo realista e insieme di formazione che permette di seguire
l’evoluzione del piccolo Metello da orfano di entrambi i
genitori a padre di famiglia, all’ombra della cupola di Santa
Maria del Fiore. Le vicende personali, intrecciate a quelle delle
prime rivendicazioni sindacali del proletariato edile, sarà
egli infatti uno dei maggiori fomentatori degli scioperi ad oltranza
che metteranno in ginocchio la classe imprenditoriale, giungono a
diversi momenti apicali permettendo di tenere desta l’attenzione
del lettore attraverso l’uso sapiente della suspense. Tanto è
irrequieto Metello, dai tratti un po’ renziani, del Renzo
manzoniano, nel trovarsi al centro della storia, così
viceversa è pacata ed equilibrata Ersilia, la moglie, che
nelle vicissitudini che accompagnano il loro nucleo familiare, in
perenne sofferenza economica, è capace di bilanciare le
tensioni e di scioglierle. Le pagine che rappresentano l’amore
coniugale, anche attraversato da minacce insopportabili, sono vivide
e delicate insieme, pungenti e al tempo stesso confortanti. Si
respira profumo di amore, intimo e rubato, in un quartiere vivo nella
Firenze a cavallo tra i due secoli, la cui toponomastica accompagna
il lettore tra l’ Arno e le Murate, il carcere, seconda casa
del nostro protagonista che a più riprese vi torna. Un romanzo
lineare con decisi e godibilissimi passaggi lirici, non ha alcuna
pretesa ideologica ma riesce nel suo realismo sociale a far
sussultare il lettore e a farlo trepidare nella speranza che qualche
diritto venga riconosciuto.
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