L’incertezza
è zen – Carlo Tetsugen Serra – ED
Enrico Damiani – Pagg. 208 – ISBN 9788899438876
– Euro 16,00
Rimuginare
e tenere legato il passato non ci permette di vivere il presente in
prospettiva del futuro.
La
maggior parte delle persone vuole avere il controllo su tutto,
famiglia, lavoro, affetti, denaro ecc ecc, ma questo ci confonde, ci
toglie lucidità e tempo che potremmo utilizzare nel viverla,
la vita, nel migliore dei modi possibili apprezzando le piccole cose,
le piccole gioie.
Trasformare
l’incertezza e la confusione dentro di noi per vivere le
emozioni: “Con
diligenza dobbiamo rivolgere lo sguardo dentro, più che fuori
di noi, imparare ad ascoltarci prima di rifiutare, lasciare andare
senza paura prima di attaccarci alle nostre idee, imparare a non
temere la confusione, ma analizzare che cosa ci fa paura, che cosa
non comprendiamo di noi stessi.”
Gli
insegnamenti di Serra non sono genialate, ma cose che tutti noi
sappiamo di dover mettere in pratica, eppure l’autore riesce a
dare consigli in modo diverso: ci esorta a trasformare le nostre
debolezze per prenderne forza e migliorarci. Prendiamo per esempio
gli “errori”, – parte dell’essere umano e
spesso inevitabili -, dovremmo avere la capacità di usarli per
come “leva di cambiamento” per una nuova scelta di
crescita.
La
vera felicità, come insegna tutte le filosofie, non la si
trova fuori da noi, ma dentro, nel nostro cuore e in fondo basta
ascoltarlo per riconoscerla.
Troppo
spesso ci lasciamo influenzare dalle “aspettative altrui”
che creano la trama della nostra esistenza, plasmando una vita
non per come la volevamo e difficile da modificare.
Un
libro da leggere a piccole dosi per ricordarci quotidianamente che
nonostante l’incertezza della vita è pur sempre
meravigliosamente da vivere.
Citazione
tratte da: L’incertezza
è zen di Carlo Tetsugen Serra
La
vita è incerta oggi come lo era migliaia di anni fa: una buona
parte di ciò che la saggezza umana ha imparato ruota attorno a
questa evidenza. Per quanto possa sembrare scomodo, l’incertezza
è il fondamento della nostra realtà: tutto cambia
sempre, è impermanente.
…rimango
affascinato dalle gioie e dalle sfide che tutti gli esseri umani
affrontano nel loro pellegrinaggio esistenziale.
Viviamo
tutti in un tempo preso in prestito e potremmo anche essere a un
respiro di distanza dal nostro ultimo istante. L’incertezza non
deve essere un’occasione per abbandonarci al cinismo o al
fatalismo del desino.
Il
movimento essenziale della nostra era consiste nel rendere pubblico
il nostro privato e privato il nostro pubblico. Percepirlo in questo
odo ci libera e ci mostra che questi due movimenti del cuore, il
privato che si espande nel sociale, il sociale che entra nel privato,
sono interdipendenti, hanno bisogno l’uno dell’altro.
Questa
premessa è importante per non pensare che occuparsi di noi
stessi sia isolarsi dalla vita fuori di noi. Il nostro essere è
la vita, la vita è il nostro essere.
Per
avere consapevolezza della nostra vita dobbiamo ascoltare ciò
che della vita rimane ancora non detto. Se non riusciamo a sentire il
silenzio e a essere resilienti nel silenzio, non sappiamo come far
fronte all’incertezza.
…nessuno
può essere felice da solo.
Il
buon psicoterapeuta cura il suo paziente allo stesso modo, aiutandolo
a sentire, sotto il chiacchiericcio della mente superficiale, le sue
voci interiori, i deboli comandi della propria natura.
Non
si sposta una montagna camminandoci sopra; si sposta una piccola
pietra alla volta.
Gli
errori spesso sono i nostri migliori insegnanti, sono fonti innate di
saggezza che acquisiamo alla nascita e continuiamo a fare per tutta
la vita. In quale altro modo sapremmo camminare se non cadessimo mai
e non scoprissimo come riprenderci?
Nel
corso della storia umana, la paura è stata l’emozione
che ha più contribuito alla nostra sopravvivenza.
L’esperienza
umana sembra un vuoto enorme da colmare.
Pensa
con il cuore e agisci con la mente. (Espressione Zen)
L’insegnamento
principale del Buddha è “Il nobile Silenzio” della
mente del tuoi io egocentrico.
Aderiamo
alla narrazione della nostra vita scritte da altri che ci dicono come
e cosa dovremmo fare, e su queste creiamo aspettative che sono
illusioni.
La
causa principale della nostra sofferenza è il nostro desiderio
che le cose siano diverse da come sono.
Una
piccola goccia d’acqua alla volta è ciò che ha
prodotto gli oceani e i mari.
E
noi cosa facciamo quando non c’è una risposta chiara e
il cielo sembra silenzioso? Attiviamo la fede.
C’è
anche qualcosa di sconcertante nel silenzio, perché non ha
contorni precisi, è infinito: mentre il pensiero può
essere finito, una serie infinita di pensieri finiti, il silenzio è
come l’immensità senza confini dell’universo.
Katia
Ciarrocchi
www.liberolibro.it
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