I
confini dell’acqua. Fotopoesie –
Valentino
Vitali e Carmen Lama – Youcanprint – Pagg. 134 –
ISBN 9791221436594
– Euro 20,00
Il
mondo con tutte le sue cose non è né bello né
brutto, semplicemente è. Siamo noi esseri umani che ne
“vediamo” la bellezza e la bruttezza. Chiedersi cosa sia
questa bellezza che tanto ci esalta e ci spinge a fare è
inutile. Non troveremo mai una risposta. Anche la Bellezza è.
Potremmo dire che E’ IN NOI e ci dà piacere, gioia,
voglia di vivere, stupore; a volte, quando è davvero tanta e
non la conteniamo, pure sgomento. Siamo Noi che senza sapere come e
perché attribuiamo il bello alle cose del mondo che siano
viventi o non viventi, pensieri o opere d’arte.
Ma
poiché, come afferma Platone, Eros è desiderio di
possedere la Bellezza e di possederla per sempre, ecco che gli
artisti commossi cercano di “possederla per sempre”
fermandola nelle proprie opere. E così possono nascere libri
dove due arti congiunte, la fotografia e la poesia, si richiamano
l’una con l’altra e risuonano, per “eternare”
istanti di bellezza che altrimenti il tempo cancellerebbe l’attimo
dopo.
E’
ciò che hanno fatto VALENTINO VITALI e CARMEN LAMA nel libro I
CONFINI DELL’ACQUA.
“
Il
titolo vuole esprimere l’inutilità di tracciare confini
in questo nostro breve tempo di esistenza e nel mondo che non ci
appartiene, ma sul quale siamo stati solo temporaneamente
proiettati…”
affermano
gli autori nell’introduzione, dandoci subito conto della
raggiunta consapevolezza riguardo la fragilità e precarietà
dell’essere umano e il rispetto dovuto alla nostra casa-mondo
,che tanto sa affascinarci con la sua bellezza, se solo torniamo
capaci di fermarci a contemplarla e viverla.
“…Vivere
il magnetismo dei colori
assaporare
la bellezza pura
ascoltare
la forza del silenzio
è
un’esperienza mistica speciale-…” (Nei
momenti)
Ed
è con spirito di contemplazione che Vitali scatta le sue foto
paesaggistiche scaldandoci il cuore con immagini suggestive dei “suoi
luoghi” che sono anche quelli di Carmen: il lago e le montagne
in esso rispecchiantesi, i caseggiati lungo lago, i sentieri dei
boschi, qualche panchina solitaria, qualche barchetta arenata;
aspetti di un paesaggio che potrebbe sembrare ripetitivo perché
conosciuto, ma che è sempre diverso a seconda dei giochi della
luce e delle stagioni. Come in un controcanto Carmen Lama, di fronte
alla bellezza delle foto che raccontano la bellezza di paesaggi anche
a lei familiari, entra nelle immagini, lascia che divengano medium
tra lei e il tu di riferimento poetico, tra lei e i sentimenti del
fotografo, tra lei e i propri sentimenti.
Un
tramonto sul lago diventa “un istante perfetto” oppure
“un rogo”
“Non
lumi di memoria né ricordi
ma
solo la bellezza dell’istante
che
non si perderà
incastonato
com’è tra terra e lago…” (D’un
istante perfetto)
“Un
rogo si consuma ad Occidente
tra
faglie sfrangiate – altolevate in riccioli e volute
in
questa sera che accoglie scintille…” (Un tramonto)
Un
natante in corsa solitaria in mezzo al lago le ispira senso di
solitudine ma anche di totale libertà
“In
ques’infinita distesa di solitudine
lasciarsi
indietro una scia dorata
e
andare soli
incontro
ad un futuro
aperto
a ogni possibile…” (In questa infinita distesa)
Man
mano che procediamo nella visione delle foto e nella lettura della
poesie veniamo avvolti da una speciale malinconia, come spesso i
paesaggi lacustri comunicano e che i due artisti hanno saputo
renderci in immagini e parole; una malinconia buona, generatrice di
riflessioni profonde e condivisibili sulla propria e altrui esistenza
“…di
me cosa rimane
se
sono relegata
nella
torre d’avorio del silenzio?
La
mia bellezza era la libertà
erano
le parole – era la gioia- …”(Cosa rimane)
“
In
fondo al lago tacciono le storie
e
indifferentemente scorie e glorie …” (Sfumate
goemetrie)
Mi
piace concludere questa mia brevissima nota con questa poesia dove
’immagine e la voce coincidano perfettamente per esprimere con
intensa, ungarettiana semplicità l’amore per i luoghi
familiari e il desiderio di trattenerli nel tempo, desiderio che ha
generato un bel libro poetico da guardare, leggere, meditare.
Naturalmente
queste mie sono solo alcune suggestioni tratte dal libro che
contiene, come è ovvio, molto di più.
Tra_monti
e lago
Questi
sono i miei luoghi
ne
conosco ogni angolo
fors’anche
i fili d’erba
alberi
vie sentieri
e
nei muri scrostati
vi
riconosco i tempi
ora
cristallizzati
Aspiro
dai tramonti
luce
ed echi di voci
con
le placide acque
a
far da sentinelle
vivo
tra monti e lago
ogni
istante ogni dono
Sono
questi i miei luoghi
Franca
Canapini
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