Noi
che ci vogliamo così bene - Marcela Serrano -
Feltrinelli - Pagg. 256 - ISBN 9788807882999
- Euro 10,00
"Noi
che ci vogliamo così bene", romanzo d´esordio di Marcela
Serrano, esplora i legami femminili attraverso la storia di quattro
amiche, l´autrice ci guida a vivere i vissuti delle protagoniste,
descrivendo legami di amicizia, amore, famiglia e politica, nel
mentre il Cile, paese delle quattro amiche, attraversa la
dittatura militare di Pinochet.
Quattro
donne che raffigurano la diversità delle esperienze femminili, Ana,
la narratrice, racconta la loro amicizia attraverso i ricordi
condivisi, che risalgono all´infanzia e coprono molte sfaccettature
della vita, e delle relazioni umane vissute attraverso il ruolo di
donne. Isabel è descritta come rigorosa nella vita e
nell´amore, e si preoccupa di caricarsi tutti i problemi del mondo
sulle spalle, mentre Sara cresciuta in una famiglia di sole donne,
trova l´amore mediante la passione che la accomuna al suo uomo: la
politica. Maria è descritta come innamorata dell´amore e
degli uomini, vivendo tra serate, scandali e sigarette, ma un trauma
rischia di spezzarla.
La
dittatura militare di Pinochet, una pagina buia della storia cilena,
ha un peso significativo sulle vite delle protagoniste, influenzando
i loro vissuti. Nonostante la presenza di eventi storici importanti,
il romanzo si concentra sui legami umani esplorando con sensibilità
e profondità l´emancipazione femminile in un periodo storico
difficile.
"Noi
che ci vogliamo così bene" è un libro che promuove l´empatia,
la comprensione e la solidarietà tra le donne, sottolineando
l´importanza delle relazioni umane e della resilienza. Il romanzo è
scritto con uno stile brillante, senza mai cadere nel banale ma,
nonostante la virtuosa penna della Serrano che crea un´esperienza
immersiva per il lettore, io ho avuto problemi nell´andare avanti
con l´ascolto dell´audiolibro: l´autrice non mi ha convinta
totalmente lasciandomi dell´amaro in bocca.
Citazioni
tratte da: Noi che ci vogliamo così bene di Marcela Serrano
Forse
mi si potrebbe accusare di essere più spettatrice che protagonista
degli avvenimenti. Nel qual caso, mi difenderei rispondendo che i
reali protagonisti nella vita sono in verità molto pochi, e che la
capacità di osservare - neppure quella di analizzare -, oggi è
molto diminuita poiché tutti vogliono essere al centro. Io non sono
la protagonista di queste pagine, sempre ammesso che ne esista una.
Ci sono solo donne, tanti tipi diversi di donne. Eppure così simili,
tutte; abbiamo molto in comune. Potremmo dire che sono qui per
raccontare una, due, o tre storie, non importa quante. In fondo,
tutte noi abbiamo - più o meno - la stessa storia da raccontare.
Impararono
a essere integrate, a pensare in collettivo come antidoto al "veleno"
dell´individualismo. Tutti vennero frenati e ritardarono così la
scoperta dell´unica verità: quella della nostra radicale
solitudine. Si nasce da soli, si muore da soli. Si È soli.
Il
tuo essere al margine si abitua a vetrine, stili e strade diverse. E
non si può più essere gli stessi.
Anche
in situazioni estreme di sofferenza, l´essere umano tenta sempre di
ricostruire la possibilità simbolica di una relazione con l´altro.
"Alla
fine, Ana," mi dice con voce molto tranquilla, "il nostro
compito, il compito di noi donne, è quello di dare alla luce dei
figli e di chiudere gli occhi di chi muore. Esattamente i due passi
chiave dell´esistenza. Come se la storia in realtà dipendesse
dalle nostre mani."
Katia
Ciarrocchi
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