Tempi
difficili - Charles
Dickens - Feltrinelli - Pagg. 376 - ISBN 9788807902154
- Euro 10,00
Tempi
migliori (limite mio)
Un
ritratto cupo, in bianco e nero, di una societą fatta di individui
che hanno perso la loro identitą e sono ridotti, nel nome - vengono
chiamati "Mani"- e nei fatti a una massa produttiva e senza
diritti. Vivono dentro le fabbriche e sono uno sfondo necessario ma
non protagonista di una realtą grigia e tetra, Coketown, immaginaria
cittadina industriale dell“Inghilterra dell“800; non li vediamo
infatti mai protagonisti della narrazione, se non in una scena
corale, di massa, appunto che li vede quasi spettatori passivi del
destino di uno di loro, Stephen Blackpool, gią emarginato da una
scelta sindacale non gradita ai pił: non la lotta ma il delicato e
necessario compromesso con i padroni.
Eppure,
"Tempi difficili", non racconta e non rappresenta la plebe urbana
all“ombra delle ciminiere, se non indirettamente, esso infatti fa
protagonista la critica a un modello economico e di pensiero, quello
incarnato da Thomas Gradgrind, che mira ai fatti, alla razionalitą,
all“interesse personale ma che devia in un pieno insuccesso
educativo. Molto attuale, se riflettiamo sulle attuali pressioni che
vengono esercitate sui nostri giovani sulla scia di un modello di
sviluppo economico insostenibile, in tutti i sensi. I suoi due figli,
castrati nell“immaginazione e nel pensiero, Tom e Louise,
falliranno come persone, la prima sentendosi costretta e accettando
un matrimonio con un ricco industriale molto pił vecchio di lei,
Josiah Bounderby, amico del padre; l“altro, denominato a pił
riprese il "botolo", un ribelle, spingendosi oltre la
legalitą.
Opera
della maturitą, acclamata come capolavoro, č stata invece per me
una lettura faticosa, trascinata a lungo, con una sezione centrale
particolarmente lenta; uno stile realista che lascia poco spazio alle
riflessioni poetiche, caratterizzato invece da tagliente ironia.
Siti