La
terra desolata - Thomas S. Eliot - Einaudi -
Pagg. 91 - ISBN 9788806023867
- Euro 10,50
"Aprile
è il più crudele dei mesi (...)"
Un'opera
molto, molto complessa, questo celebre poema dell'anglo-americano
Eliot (1888-1965) che venne pubblicato per la prima volta nel 1922,
al principio di un drammatico dopoguerra già carico di cattivi
presagi. La "terra desolata" (o "devastata",
secondo una più recente traduzione dell'aggettivo "waste")
è infatti il vecchio continente uscito dallo shock e le atrocità
del primo conflitto mondiale; non meno "desolata" apparirà
ritratta la Londra dell´epoca con le sue atmosfere decadenti e un
Tamigi da cui le ninfe sono ormai partite.
Il
testo si compone di 433 versi in totale e di cinque sezioni, ognuna
delle quali porta un titolo diverso: I. "Il seppellimento dei
morti"; II. "Una partita a scacchi"; III. "Il
sermone del fuoco"; IV. "La morte per acqua"; V. "Ciò
che disse il tuono". La prima parte si apre con il ben noto
incipit "Aprile è il più crudele dei mesi [...]" che
incuriosisce e affascina.
Un
libro dal contenuto poetico decisamente suggestivo, ma - come dicevo
sopra - anche di non semplice comprensione in quanto ricchissimo di
richiami importanti (a partire da quelli dell'Antico Testamento sino
a quelli letterari che addirittura non escludono il nostro Dante); in
queste pagine si intrecciano voci e temi diversi che, nel complesso,
rivelano da parte dell'autore, premio Nobel nel 1948, una cultura
sconfinata.
Recensire
in modo approfondito un'opera di tal genere sarebbe impresa ben
ardua; chissà se la critica stessa abbia terminato di "scavare"
all'interno di questo classico del Novecento, vista la complessità
che si concentra nella scrittura di Eliot.
Per
poter cercare di comprenderne almeno il significato generale, le note
conclusive di questa edizione (Einaudi, 1965) non sono state
sufficienti e ho dovuto cercare altro materiale. Non posso nascondere
di essere stata messa a dura prova da questa lettura; conto di
affrontarla ex novo in futuro, poiché - considerata appunto la sua
difficoltà - essa richiede (per lo meno a me) un necessario ritorno.
Intanto, felice di questo primo avvicinamento che attendevo da tempo.
Laura
Vargiu
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