Francesca
Mazzucato
Via crucis per corpo e anima svestita…
Arpanet – Mini Concepts - Euro
3,00 – pag. 34
www.edizioniARPANet.it – ARPANet@ARPANet.it
Le
Edizioni Arpanet fanno cose egregie e una serie di
libri tascabili dedicati al Gusto ne sono l'ennesima riprova, anche perché a
inaugurare la collana c'è un pezzo di ottima letteratura a firma Francesca Mazzucato. La scrittrice bolognese è molto prolifica, ma
difficilmente sbaglia un colpo quando pubblica un
nuovo lavoro e ai detrattori pronti a lanciare accuse di poligrafia
consiglierei la lettura del racconto Come
si diventa un intellettuale di Luciano Bianciardi.
Lo trovano edito da Stampa Alternativa nella collana I Bianciardini e sono certo che fa per
loro, stucchevoli intellettuali da quattro soldi che si rigirano nei loro
minimalismi analizzando a fondo il proprio ombelico. Francesca Mazzucato scrive molto perché ha tanto da dire e fa bene a
farlo, ché il compito di uno scrittore è soltanto quello di scrivere, non certo
quello di stare ad ascoltare tanti tiramenti…
Questa Via crucis per corpo e anima svestita nel
gusto dell'avvilente voluttà di chi cerca di rimanere vivo è un frammento
che parte da un ricordo d'infanzia e rappresenta un omaggio all'odore di
cipria, dolciastro e allusivo, che esce dal portagioie di una nonna e fa
capolino dal passato. Francesca lavora sulla parola e confezione un gioiello di
narrativa breve che profuma di ricordi e regala brani di grande letteratura.
Tante parole di forbita critica letteraria non rendono giustizia alle sue frasi
che raccontano da sole sensazioni indescrivibili.
Ho ai piedi dei cocci, roba che punge, roba che
ferisce, ho ai piedi detriti, delle schegge, dei vetri a triangolo,
preservativi usati, rossetti finiti, smalto secco, sangue diventato denso,
l'incarto di una pizza, delle pietre di un braccialetto rotto, mazzi di carte
senza i jolly, dischi di Bach
senza la copertina, tappi di penne che macchiano ancora, pezzi di torta da
mordere a turno, libri ingialliti, altri con le pagine bianche, fotografie di
madri stanche,
orologi dal cinturino fluorescente, ho tante cose, un'immensità esagerata di
oggetti strambi, impensabili, indefinibili, una sconvolgente marea di cose solo
da scegliere davanti a me. Fra i piedi, a portata di una mano o di tre passi,
ho tutto questo ma pochissimi ricordi e quasi nessun desiderio.
Mi
domando perché una scrittrice così profonda, che plasma le
parole sino a renderle pura poesia, sensazioni palpabili trasfigurate nella
nostalgia del ricordo, dovrebbe limitare il suo estro creativo e pubblicare
meno.
Consiglierei
ad altri tanta parsimonia, magari agli scrittori del
niente, agli autori di centinaia di libri
sfiniti, romanzi vuoti di significato, autori di thriller e inventori di
sagaci trame televisive a base di gialli confezione famiglia.
Ecco, di
loro possiamo fare a meno. Di Francesca Mazzucato no.
Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi