Area riservata

Ricerca  
 
Siti amici  
 
Cookies Policy  
 
Diritti d'autore  
 
Biografia  
 
Canti celtici  
 
Il cerchio infinito  
 
News  
 
Bell'Italia  
 
Poesie  
 
Racconti  
 
Scritti di altri autori  
 
Editoriali  
 
Recensioni  
 
Letteratura  
 
Freschi di stampa  
 
Intervista all'autore  
 
Libri e interviste  
 
Il mondo dell'editoria  
 
Fotografie  
 
 
 

  Letteratura  »  La tempesta, di William Shakespeare, edito da Feltrinelli e recensito da Laura Vargiu 02/03/2024
 

La tempesta - William Shakespeare - Feltrinelli - Pagg. XI-256 - ISBN 9788807901386 - Euro 9,50



Metafora della teatralità



Dramma romanzesco in cinque atti portato sulla scena nel 1611, La tempesta è un´opera molto complessa dalla trama apparentemente semplice.
La vicenda, che narra fatti drammatici già a cose fatte, trova ambientazione su un´isola disabitata non identificata e ruota intorno all´affascinante figura di Prospero, protagonista del testo e signore indiscusso del luogo, nonché dedito ad arti magiche grazie a cui egli evoca gli spiriti; è stato lui, Prospero, a scatenare la tempesta che ha fatto naufragare la nave su cui viaggiava suo fratello Antonio, reo di avergli usurpato il ducato di Milano tanti anni addietro, insieme ad altri personaggi tra cui Alonso, re di Napoli, e suo figlio Ferdinando. Quest´ultimo incontra sull´isola Miranda, figlia di Prospero, la quale condivide l´esilio forzato del padre, e tra i due nasce un sentimento d´amore. Prospero si rivela anche signore dello spirito dell´aria Ariele e dello schiavo selvaggio e deforme Calibano. L´epilogo non prevede vendetta, ma perdono, e richiesta di essere liberato da metaforiche catene da parte del protagonista.
In queste pagine Shakespeare riprende volutamente temi ed elementi di sue precedenti opere che agli appassionati del teatro del Bardo di certo non sfuggiranno; ad alimentare la complessità del testo contribuisce anche la metafora di cui esso è intrisa: come sottolinea nel suo saggio introduttivo la curatrice dell´edizione Mondadori (1991) che ho avuto occasione di leggere, Anna Luisa Zazo, metafora "della teatralità, rigorosamente intesa come falsità". La realtà viene negata, rovesciata, in un certo qual modo sovvertita, mentre la maschera amletica di Prospero si impone incontrastata.
"Siamo della sostanza di cui sono fatti i sogni; e la nostra breve vita è racchiusa da un sonno." (IV, 1. 156-157)
Una lettura interessante e scorrevole. Rispetto ad altri lavori di Shakespeare da me finora letti, tuttavia, La tempesta non mi ha entusiasmata né coinvolta particolarmente, e da questo è stato condizionato il mio voto complessivo. Tecnicamente, ovvio, è un´opera notevole.


Laura Vargiu

 
©2006 ArteInsieme, « 014718028 »