La
zona cieca - Chiara Gamberale - Feltrinelli -
Pagg. 224 - ISBN 9788807891670
- Euro 9,90
"La
Zona Cieca" di Chiara Gamberale è un romanzo che affonda
nell´interiorità umana, esplorando le dinamiche delle relazioni
amorose attraverso la storia tormentata di Lidia e Lorenzo.
Il
romanzo è una riflessione sulla non conoscenza e sull´ignoto nella
psiche umana, una parte inconscia di noi stessi a cui spesso non
abbiamo accesso consapevole. Chiara Gamberale apre uno spaccato sulla
"zona cieca" dei protagonisti, mettendo in luce come le persone
possano essere intrappolate in schemi comportamentali dannosi a causa
di questa mancanza di consapevolezza.
La
storia segue Lidia, una conduttrice radiofonica che conduce un
programma intitolato "Sentimentalisti Anonimi", e Lorenzo, uno
scrittore narcisista e inafferrabile. Entrambi sono anime tormentate,
la loro relazione è caratterizzata da bugie, tradimenti e una
ricerca ossessiva di amore, ma è anche intrisa da un profondo
bisogno reciproco di essere amati e compresi.
Il
libro introduce il personaggio di Brian, un misterioso "sciamano",
che diventa un punto di svolta nella narrazione: attraverso Brian,
Lidia e Lorenzo entrano nella loro "zona cieca" in modo diverso,
aprendo la strada a scelte e cambiamenti significativi nelle loro
vite. La prospettiva di un diverso modo di prendersi cura l´uno
dell´altro li aiuta a vedere sé stessi in modo più realistico e a
sfuggire all´ideale a cui la necessità di amare può condurre.
Il
romanzo è senza filtri, scomoda e tocca le corde emotive,
costringendo a riflettere sulle sfaccettature dell´amore e delle
relazioni che ognuno di noi vive. La voce interiore di Brian
rappresenta la profondità nascosta di ogni individuo, e il suo ruolo
nel romanzo è un filtro per comprendere meglio le dinamiche delle
relazioni, non solo d´amore.
Per
quanto mi riguarda ho trovato interessante l´argomento trattato,
meno coinvolgente la penna della Gamberale.
Citazioni
tratte da: La zona cieca di Chiara Gamberale
È
difficile capire perché fra tutte le voci e i modi di camminare e di
fare l´amore in cui ci imbattiamo, capita quella, capita quello che
ci raggiunge proprio lì, dove fa sempre freddo, e a quel punto non
può che rimanere. È difficile capirlo, ma da qualche parte lo
sappiamo subito.
È
assurdo parlare degli psicotici come di persone fuori di testa. È
esattamente il contrario, loro vivono tutti dentro la loro testa. Non
possono e non vogliono raggiungerti, non ti faranno mai
un´improvvisata, se vuoi incontrarli devi farti avanti tu e anche
in questo caso non è detto sia possibile.
Gli
esseri umani mi spaventano da sempre. Il carico di malessere,
invidia, frustrazione che portano con loro anche e soprattutto quando
parlano d´altro, ridono, quando li incontri velocemente in coda
alla posta o davanti a un cinema, mi è sempre arrivato addosso con
violenza inaudita.
Nel
rumore irreparabile che fa la gente mentre esiste, noi avremmo
accordato un flauto.
Non
esiste soluzione a nessuno stato d´animo, a nessun problema, a
nessuna condizione. Esiste solo l´oblio. Il mondo è il sogno di un
ubriaco.
Mi
sembravano semplificare, parlare per luoghi comuni.
Ma stare
male per amore è una semplificazione.
Ce l´ha come sfondo, il
luogo comune.
E allora è vero che a quel punto bisogna
ricominciare da sé.
Buttarsi sul lavoro.
Uscire, vedere
gente.
Iscriversi a un corso di tango.
Partire.
Pensare
al tradimento come a un´informazione su chi ce lo ha inflitto, non
come a una conferma di quanto ce lo meritavamo noi che l´abbiamo
subito.
Pensare all´abbandono come a una possibilità.
È
tutto vero.
Anche se pensiamo che nessuno può capire quello che
stiamo passando perché nessuno è speciale come noi e nessuno,
soprattutto, ha mai incontrato qualcuno speciale come la persona che
avevamo incontrato.
- A meno che non ci serva come alibi per
qualche nostra incapacità personale, la sofferenza per amore ha una
quantità finita, - aveva sentenziato un giorno una sessuologa che
avevo coinvolto in una delle tante puntate mandate in onda a uso e
consumo di quello che stavo passando.
L´anoressia
è solo una delle tante forme della stupidità borghese unita a
quella femminile.
Ma non conta la malattia che ha avuto una
persona, secondo me conta con chi la malattia ha avuto a che fare.
... perché
mai le nostre debolezze potessero trasformarsi nei più feroci
ricatti da fare agli altri.
Nota:
nelle
citazioni riportate, non ci sono i riferimenti alle pagine, perché
ho ascoltato il libro su Audible.
Katia
Ciarrocchi
www.liberolibro.it