L´isola
nello spazio - Osman Lins - Sellerio - Pagg. 72
-ISBN 9788838916199
- Euro 6,00
Misteri
e solitudine metropolitani
Arrivato
in Italia più di vent´anni fa, grazie alla casa editrice
palermitana Sellerio, il romanzo "L´isola nello spazio"
apparve in lingua originale nel 1964. Più che un romanzo breve, un
lungo racconto la cui lettura si rivela però appassionante al pari
di quella di scritti di ben più ampio respiro.
L´autore,
Osman Lins (1924-1978), viene ricordato tra gli scrittori brasiliani
che contribuirono al rinnovamento della letteratura del paese
sudamericano; la sua penna ha dato vita a una trama in cui finiscono
per confluire «un enigma degno di un romanzo poliziesco» - come
sottolinea il curatore del libro Angelo Morino nell´interessante
postfazione - ed elementi riconducibili alla letteratura
fantastica. Fin dall'incipit si puntano i riflettori sui due blocchi,
entrambi di venti piani, dell´Edificio Capibaribe, divenuto
all´improvviso teatro di una misteriosa morìa tra i suoi
inquilini, sullo sfondo della grande città di Recife, nel nord-est
del Brasile, sull´Atlantico.
«Nel
settembre del 1958, la scomparsa di Cláudio Arantes Marinho,
sposato, quarantunenne, lasciò attonita la popolazione di Recife.
Non per la scomparsa in sé, ma per le circostanze in cui si produsse
e che dovevano trasformarsi nel punto culminante degli oscuri fatti
di cui stampa e radio, per diversi mesi, si sarebbero occupate,
facendo sì che rimanesse in prima pagina il maestoso Edificio
Capibaribe, dove Arantes Marinho abitava. All´inizio, si credette
che fosse morto [...]».
Nello
spazio di poche decine di pagine Lins ha saputo esprimere moltissimo,
affrontando i temi dell'infelicità e della crisi esistenziale. La
profonda solitudine di Antares, il protagonista, e la sua amarezza
vengono rese alla perfezione e il lettore non può non restarne
colpito. Il piano da lui elaborato per scomparire dalla vecchia vita
e andare così alla ricerca di una nuova e più gratificante
esistenza sa dell'incredibile; l'idea di fondo ricorda indubbiamente
quanto messo in atto anche dal protagonista de "Il fu Mattia
Pascal". Quanto all'epilogo, il mistero degli improvvisi decessi
all'interno dell'Edificio Capibaribe viene svelato, e si prende
amaramente atto che il vile denaro ha fatto la sua parte.
Nel
complesso, una lettura scorrevole e di notevole piacevolezza; un
piccolo, grande testo che merita di essere (ri)scoperto e apprezzato
al pari del suo autore.
Laura
Vargiu