Da
Collio Valtrompia a Bagolino
di
Renzo Montagnoli
Ecco
un’escursione da fare prima dell’inverno, possibilmente a
inizi autunno, onde non incappare in giorni di pioggia intensa che
può rendere difficoltosi alcuni passaggi su sterrato. Dato che
si va in quota (oltre i duemila metri) e considerata la stagione non
più estiva è consigliabile portare qualcosa di pratico
con cui coprirsi, soprattutto nel caso di improvvisi acquazzoni,
eventualità piuttosto frequente in montagna, specialmente
lungo questo percorso. Non è necessario l’uso di un
fuori strada ed è sufficiente una normale auto; poi c’è
chi usa la moto e i più atletici addirittura la bicicletta. La
partenza è da Collio, amena località turistica posta in
fondo alla Valtrompia (quella per intenderci delle fabbriche d’armi,
ma anche delle miniere); si va subito in salita, su una strada
abbastanza larga e dal fondo tutto sommato soddisfacente, si
attraversa la frazione di San Colombano e si arriva piuttosto
velocemente al passo del Maniva (1.664 m. s.l.m). Lì è
possibile sostare e rifocillarsi, poiché ci sono alcuni chalet
attrezzati allo scopo (c’è anche un Hotel, perché
in inverno è un posto dove si va a sciare). In ogni caso
fermarsi è quasi d’obbligo per la bellezza del panorama
che presenta sullo sfondo il gruppo dell’Adamello; poi si
prosegue salendo ancora e non poco (le pendenze medie sono del 10%),
verso il passo Croce Domini, ma ben prima si arriva, per così
dire, in cima, al Dosso dei Galli, dove un tempo c’era una base
Nato, ora in rovina. L’altezza (2.103 m. s.l.m.) si avverte
chiaramente, anche per l’assenza di vegetazione, eppure il
panorama ha un suo fascino, pur in presenza di prati brulli, ma basta
volgere gli occhi al cielo che sembra quasi di toccare con un dito,
anche perché, con un po’ di fortuna, si possono vedere
le aquile. Lì comincia lo sterrato che ci conduce dapprima al
Giogo della Bala (m. 2.133), dove riprende l’asfalto per un
paio di chilometri, ma con la strada che poi nuovamente ritorna
sterrata fino al Passo Croce Domini, dove c’è l’omonimo
rifugio, assai frequentato da escursionisti e da turisti. Conviene
sostare, anche perché il percorso su strada non asfaltata ha
richiesto cautele, stancando maggiormente per la presenza di sassi,
di buche, di ghiaia non assestata, tutti elementi che consigliano di
procedere a un’andatura per niente veloce, anzi a passo d’uomo.
C’è da tener presente che questo tratto difficoltoso è
lungo più o meno 9 chilometri, non pochi, perché se
fosse ben tenuto si potrebbe procedere più velocemente e con
maggior sicurezza, ma come ho precisato prima le caratteristiche sono
assai prossime a quelle di una mulattiera. Scendere da Croce Domini a
Bagolino in confronto è una passeggiata, visto la strada
asfaltata che però è talmente stretta che si può
incrociare un altro veicolo solo nei tornanti, dove la carrozzabile
si allarga. Prima di arrivare a Bagolino si incontra la stupenda
piana del Gaver, un tratto pianeggiante, solcato dal torrente
Caffaro, meta in estate di molti turisti per la gradevolezza del
clima (1.495 m. s.l.m.) e in inverno degli appassionati degli sci,
con 5 piste da discesa e 4 impianti di risalita, nonché 8 Km.
di piste da fondo. Vale la pena di effettuare una sosta perché
il panorama è veramente bucolico, soprattutto se si è
in un giorno feriale, perché la domenica l’affollamento
è garantito. Si riprende la discesa, sempre su strada assai
stretta (sarà così fino a Bagolino), si attraversa la
frazione di Villa Dorizzo e infine si arriva a Bagolino, località
turistica molto frequentata e il centro urbano più popolato e
attrezzato dell’intero percorso. Da lì la strada,
finalmente non stretta, scende al lago d’Idro, da cui,
procedendo verso Nord si va verso le Giudicarie, mentre verso Sud ci
si si dirige verso il lago di Garda e Brescia.
Questo
è brevemente l’itinerario di questa gita che, se non è
tipico di quelli che troviamo sulle Dolomiti, tuttavia è
estremamente interessante, perché permette di scoprire delle
attrattive montane certamente meno note, ma comunque molto belle. La
lunghezza è all’incirca di una cinquantina di chilometri
(da Collio a Bagolino), ma non sono pochi come sembrano, trattandosi
di percorsi di montagna, sovente assai ripidi, con fondo stradale non
buono o addirittura malmesso, e con larghezza della carreggiata
spesso ridotta, tutti elementi che impongono di andare piano e di
usare molta prudenza, soprattutto negli incroci con altri veicoli.
Comunque assicuro che vale la pena e le fotografie che seguono,
reperite sul web, danno solo una idea dello spettacolo riservato ai
gitanti.
Le
foto sono relative, dall’alto in basso, a:
Collio
Valtrompia;
Passo
Maniva;
Passo
Croce Domini;
Piana
del Gaver;
Bagolino.
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