Il
castello di Rovereto
di
Renzo Montagnoli
Quando
tornavo dalla gita sull’altipiano, scendendo da Serrada,
sbucavo a Rovereto in piena città e nel percorso che facevo
per andare al casello autostradale lo vedevo arroccato, dominante e
silenzioso. In posizione strategica, incombente sula strada
sottostante, il castello di Rovereto sembrava lì apposta per
attendermi, ma, per una ragione o per l’altra, non ultima
l’ormai prossimo tramonto, ero costretto a rinunciare a una
visita, rimandandola all’anno dopo e l’anno seguente
rinviandola immancabilmente al successivo. C’è voluta la
solita gita annuale e dicembrina a un mercatino natalizio organizzata
dal Centro sociale del mio paese perché finalmente potessi far
visita a questa antica roccaforte. In una giornata che sembrava
dedicata a Giove Pluvio io e altri pochi temerari, condotti dalla
corriera al posto più vicino possibile, ci siamo incamminati
su per l’erta scivolosa per l’acqua che scorreva quale un
torrente e abbiamo finalmente potuto mettere piede dentro il
castello, al riparo ovviamente dalla pioggia. E’ così
iniziata una visita guidata a questi vetusti ambienti, peraltro ben
conservati, e alla ricca collezione di reperti di quello che viene
giustamente chiamato Museo della guerra.
Tuttavia,
prima di parlare di divise, armi e di quant’altro serve per
scannarsi, ritengo sia giusto riferire sulla storia di questa
imponente costruzione.
L’edificio
sorge su uno sperone roccioso sulla sponda destra del torrente Leno e
ha origine in un’epoca tardo-medievale, per l’esattezza
nel XIV secolo, per volere dei Castelbarco, nobile famiglia il cui
feudo si estendeva in Vallagarina. L’attuale forma pentagonale
venne tuttavia realizzata un secolo dopo, quando vigeva il dominio
della Serenissima, cioè nel periodo che va dal 1416 al 1509.
In quella circostanza furono rafforzate le mura ben comprendendo i
Dogi l’aspetto strategico della fortezza, con cui doveva
confrontarsi necessariamente chi scendeva in Italia dal settentrione.
Si verificarono numeroso fatti d’arme e assedi, al termine di
uno dei quali il castello si arrese, ci fu la clamorosa sconfitta
della Repubblica di Venezia nella battaglia di Calliano, ma poi il
Leone di San Marco tornò a sventolare sui torrioni del
maniero, almeno fino al 1509, allorché venne ceduto agli
Asburgo. Verso la seconda metà del XVII secolo la fortezza
perse d’importanza, tanto nell’Ottocento fu adibita a
ricovero di mendicità, poi a casa di pena, e infine, dal 1859
al 1918, come caserma di due compagnie di Kaiserjager. Finita la
grande guerra, il castello fu soggetto a consistenti restauri e dal
1921 è diventato sede del Museo storico italiano della guerra,
se non il più importante, comunque uno dei più completi
in Italia.
La
struttura a pentagono ospita due torrioni: il Marino, sull’angolo
est, alto 25 metri e con un diametro alla base di 16, in cui erano
ospitate quattro cannoniere; il Malipiero, nell’angolo a
Nord-ovest, eretto su una base del diametro di 20 metri, con ben tre
livelli di cannoniere.
La
visita al Museo prevede un unico percorso, articolato in due parti:
la prima è dedicata alla storia degli eserciti e delle guerre
avutesi tra l’Ottocento e la Prima guerra mondiale, la seconda
invece privilegia l’architettura dell’edificio e le armi
dell’epoca moderna (XV-XVIII secolo). Con la bella stagione,
cioè da maggio a ottobre, è inoltre possibile visitare
anche la sezione “Artiglierie della Grande Guerra 1914 –
1918”, accessibile con ingresso da Piazza del Podestà, a
pochi passi dalla biglietteria.
La
guerra fra Ottocento e Novecento è ben rappresentata con le
dotazioni del combattente e l’evoluzione del modo di
combattere, con numerose sale dedicate alla Grande Guerra con armi,
documenti, immagini soprattutto relative all’esercito
austro-ungarico (non si deve dimenticare che Rovereto era parte
dell’impero asburgico). Nei torrioni Marino e Malipiero sono
invece esposte le collezioni più antiche del museo: armi pre e
protostoriche, gli strumenti di lavoro del fabbro armaiolo, armi da
caccia, armature, armi bianche e anche primitive armi da fuoco in uso
procedendo dal medioevo all’età moderna.
La
visita si è dimostrata di estremo interesse, sia per
l’appagamento della curiosità attinente la struttura di
difesa assai ben conservata, sia per la completezza delle collezioni
del museo stesso. Sono tante le armi della Grande Guerra, dalla
celebre mitragliatrice Schwarzlose alle bombarde, dai vari tipi di
baionetta alla bomba a mano tedesca con il manico e chiamata
pelapatate, dai lanciafiamme ad addirittura un biplano Nieuport 10,
insomma tutto quanto la mente umana è stata capace di ideare
per gli orrori della guerra.
Il
percorso di visita prevede non poche risalite e quindi è
sconsigliato a chi si stanca facilmente, benché siano presenti
numerosi sedili per consentire una ripresa delle forze.
Si
tratta comunque di un Museo di interesse notevolissimo, la cui visita
è senz’altro raccomandata.
Aperture
Museo e castello
Da
martedì a domenica 10.00 – 18.00
Ultimo
ingresso ore 16.30
Chiuso
i lunedì non festivi, 24, 25 e 31 dicembre, 1 gennaio
Artiglierie
1914 – 1918
Da
maggio a ottobre
Da
martedì a domenica 10.00 – 17.45
Ultimo
ingresso ore 17.30
Chiuso
i lunedì non festivi
La
visita completa (museo, castello e artiglierie) richiede
almeno un’ora
e mezza.
Nota:
Il
Castello di Rovereto è interessato da un importante progetto
di restauro e nel corso dell’anno il percorso di visita può
subire alcune variazioni.
Biglietti
Intero
9 € (10 €
a
partire dal 10.01.2023)
Visitatori
a partire dai 18 anni di età
Ridotto
7 €
Gruppi
(con almeno 10 adulti paganti), militari e forze dell’ordine
(su esibizione di tesserino), Soci degli enti convenzionati (consulta
la lista
delle convenzioni),
visitatori che esibiscono il dépliant “I Musei e la
Grande Guerra in Trentino” con il timbro di un altro museo
della Rete Trentino Grande Guerra
Famiglie
Gli
adulti pagano il biglietto intero, tutti i minori dello stesso nucleo
famigliare entrano gratuitamente.
Con Euregio
Family Pass il
nucleo famigliare composto da 1 o 2 adulti e figli minori entra al
costo di un solo biglietto ridotto.
Ridotto
2 €
Ragazzi
fino ai 17 anni compiuti (senza accompagnatori), classi in visita
libera (prenotazione obbligatoria)
Gratuito
Bambini
e ragazzi fino ai 17 anni, visitatori disabili e loro accompagnatori,
soci del Museo, possessori di Membership Card del Museo, visitatori
con Trentino Guest Card e Museum Pass, militari e forze dell’ordine
in servizio, soci Cassa Rurale di Rovereto con tessera I’mart,
soci ANMIC, insegnanti che accompagnano le classi (2 per classe), un
capogruppo per ogni comitiva, giornalisti accreditati (per
accreditarsi scrivere a comunicazione@museodellaguerra.it almeno due
giorni prima della visita), funzionari MIBAC e Assessorato alla
Cultura della Provincia Autonoma di Trento, operatori in Servizio
Civile (esibendo il tesserino)
Come
arrivare
A
PIEDI: dalla
stazione dei treni percorrere corso Rosmini fino all’omonima
piazza poi imboccare via Orefici, proseguire per via Rialto, via
della Terra e salire per via Castelbarco (10 minuti); da piazza
Podestà imboccare via della Terra e poi via Castelbarco (3
minuti).
IN
AUTO: dall’A22
del Brennero uscita
Rovereto nord o sud seguire le indicazioni per il centro storico; a
pochi minuti dal Castello sono presenti vari parcheggi a pagamento
coperti (in via Lungo Leno Sinistro, in viale dei Colli, in via
Manzoni) e scoperti (piazzale Achille Leoni). Info sui parcheggi sul
sito di Società
Multiservizi di Rovereto.
L’ingresso
del Museo si trova in via delle Fosse dove sono presenti alcuni
parcheggi a pagamento.
IN
PULLMAN: in
piazza Podestà è consentita la sosta solo per carico e
scarico. Stalli per i pullman sono presenti in piazzale Achille Leoni
e presso lo Stadio Quercia.
L’arrivo
in piazza Podestà è precluso a pullman di altezza
superiore ai 3,80 metri.
Ospitalità
https://www.visitrovereto.it/info/cataloghi/catalogo-ospitalita/
Fonti:
Wikipedia
Visitrovereto
Museo
italiano della guerra
Nota:
Le fotografie a corredo dell’articolo sono state reperite in
diversi siti Internet
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