Ad Ustica
di Mela Mondi
Tensione di ciottoli e di sabbia
tra rocce e cloroficee;
aggrovigliata morfologia
di profondità pietrificate
nella matrice metafisica
dell'onda in trasparenza.
Sui riflessi abbaglianti,
sfuggente frontiera
ai confini di una stagione
non identificata
il suolo corrugato
tra l'acqua e la pietra,
corri a precipizio
tra fichidindia e ville.
Immota e viva
nella luce della sera
emergi da inaccessibili profondità
sospesa tra due anime
teneramente abbracciata
a bronzei massi di muschio
e sonnecchi tra languide danze
di aragoste e seppie.
Sgretolata sul pendìo
livida
alle sferzate dello scirocco
adagiata sull'orizzonte
sosti ai confini dell'immaginazione
perduta nei meandri di colonne e grotte.
All'alba
-tagliato e ferito
dalla lama affilata della carena -
solleva lacrime spumose
come fontane zampillanti
lentamente ricomposto
dentro lo squarcio risanato
il mare.
Ustica 1985
(Da Razza della mia terra –
Edizioni Agemina, 1990)