Scende la sera e invoco il tuo nome,
fra lapislazzuli di cielo
della tempesta
appena passata, pozzanghere
fangose,
panni stesi grondanti
d'acqua.
Un altro giorno che finisce,
oscurità che cala lenta sul
letto
a illudere la presenza
che non c'è,
a far sognare improbabili
amplessi,
carezze d'un tempo ormai
trascorso.
Scende la malinconia, fredda, inerte,
rimbalza fra il cuore e il
cervello
e io invoco il tuo nome,
un suono
che si perde nel deserto
del mio cuore.