S'alza il fetore dei morti
Dai fiumi ribollenti di sangue.
Fiamme, ovunque fiamme,
Sotto un cielo appestato di fumo.
Grida strozzate, rantoli rauchi,
Corpi scossi dagli ultimi tremiti.
Dimenticato è il canto degli uccelli,
L'amichevole buio di una notte
quiete.
La chiamano guerra questo massacro
Senza senso, senza scopo e pietà.
Su tutto s'alza il fragore delle esplosioni
Nel rosso di un cielo che piange
Calde lacrime di linfa vitale
smarrita,
Che dimentica l'alba, senza più
tempo.
Lontana, soffusa come un'eco
smorzata,
Giunge una nota, poi un'altra ancora,
Un pizzico di corde d'arpa, grave e
dolente,
Un requiem dedicato a tutta l'umanità.