Cuori
caldi a Natale
di
Renzo Montagnoli
Non
c’è quasi più memoria
di
inverni gelidi e nevosi
e
chi ne racconta – e ormai son pochi -
stupisce
chi distratto ascolta.
Dice
il vecchio:
Cari
miei, ai miei tempi
sì
che c’era l’inverno
ghiaccio
e neve in abbondanza
freddo
tanto che crepava le piante.
Tremavi
solo al pensiero d’uscire
ma
vento o neve non si mancava
alla
messa di mezzanotte
perchè
altrimenti non era Natale.
Stretti
l’uno all’altro si scivolava
lungo
le bianche strade
e
nella chiesa le fiammelle delle candele
davano
l’illusione di un ricco tepore.
Eppure
se il freddo era fuori
caldi
erano sempre i nostri cuori.
Si
cantava per non gelare il fiato
si
camminava rapidi per non bloccarsi
ma
quella notte, la notte della Natività,
tutto
sembrava diverso,
anche
il freddo rafforzava l’entusiasmo,
era
un rinascere anche noi
era
la gioia d’essere parte di un mito,
di
trovare in quel bimbo di creta
nella
greppia del presepe
nuovamente
la speranza
per
un mondo diverso
che
solo a Natale si poteva sognare.
Da
Lungo il
cammino
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