Il
Parco della Memoria
di
Renzo Montagnoli
Al
Parco della Memoria
cammino
su foglie fradice
sotto
rami quasi spogli
che
gocciolano acqua
sulle
mie stanche spalle.
In
questo spettrale autunno
non
posso non ricordare
gli
umidi giorni di anni lontani
la
folla ai cimiteri il due novembre,
quando
è d’obbligo varcare
i
cancelli dell’eterno silenzio
per
cercare di udire la voce
di
chi ormai non c’è più.
E
invece forte è il vociare
della
gente più intenta
a
parlare che a ricordare
parole
che volano
sospinte
dal vento
si
perdono nelle siepi di bosso
mentre
tace chi dal dolore
non
ha pace.
Parla
in silenzio con il caro estinto
si
illude che la sua voce abbia risposta
e
invece nulla se non il sospiro
del
vento che porta via con sé
sogni
infranti, storie ormai finite.
Gocciola
il cielo mentre si chiudono
i
cancelli e la gente sciama verso casa.
Ora
è di nuovo tutto silenzio
tace
perfino il vento
e
anche i ricordi giacciono
sfiniti
fra le putride foglie.
Da
La pietà
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