La
Venere di Salò
di
Ben Pastor
Hobby
& Work Publishing
Narrativa
romanzo giallo
Pagg.
362
ISBN
9788878514201
Prezzo
Euro 18,00
Von
Bora rischia grosso
Strappato
nel sonno in un rifugio della linea Gotica dal brutale Mengs, agente
della Gestapo, e trasportato fino a Salò al comando del
generale Sohl, Martin von Bora è nominato ufficiale di
collegamento fra la Wermacht e la Repubblica Sociale Italiana. In
aggiunta è incaricato di recuperare un quadro rubato, vale a
dire la preziosa tela della Venere di Salò, opera del
pittore Tiziano Vecellio. Inizia così le indagini che si
presentano particolarmente complicate, tanto più che comincia
a imbattersi in strani omicidi, che sono solo in apparenza suicidi di
belle donne, i cui cadaveri sono sempre privi di vestiti. Non
bastassero questi problemi von Bora deve anche anche occuparsi della
repressione partigiana, scontrandosi quotidianamente con un un
irascibile e vanitoso Maresciallo Graziani, nonché procedere
guardandosi le spalle perché la Gestapo lo ha nel mirino,
soprattutto per le sue segnalazioni di eccidi sul fronte orientale.
Peraltro, in giorni che per lui dovrebbero essere più lunghi
di 24 ore, trova anche il tempo per allacciare una storia d’amore
con la bella ed enigmatica Anna Maria Tedesco, figlia di un ricco
industriale tessile. In questo romanzo non mancano di certo l’azione
e i colpi di scena, anche perché von Bora viene addirittura
catturato, insieme con un pavido ufficiale della RSI, da un feroce
capo partigiano, ma riesce a fuggire, non seguito dal suo compagno di
prigionia, troppo timoroso di indispettire i carcerieri che non
mancheranno di contraccambiare uccidendolo. Il colonnello tedesco
sembra proprio un gatto con nove vite, sfuggendo anche al
mitragliamento di un aereo americano che riesce perfino ad abbattere,
e quando uno ha questa vitalità e queste capacità è
ovvio che riesca sempre nello svolgimento dei compiti assegnatigli,
uscendo indenne (o quasi) anche dalle situazioni più
difficili. Infatti l’indagine si chiude assicurando alla
giustizia il colpevole degli efferati omicidi e restituendo il quadro
al legittimo proprietario. Comunque questa volta von Bora rischia
grosso perché catturato dalla Gestapo, giunta in possesso del
diario personale che ha pagine compromettenti, viene torturato a
lungo; poiché non arriva una confessione, viene mandato in
teno in Germania per un processo la cui sentenza di morte è
già scritta e buon per lui che ha un amico nelle SS che lo
sottrarrà ai suoi carcerieri, così che potrà con
il suo reggimento andare sul fronte orientale a contrastare
l’avanzata dell’esercito sovietico.
Di
carne al fuoco ce n’è tanta, ma è forse troppa,
così che la cottura non è perfetta, nel senso che il
romanzo, pur scritto con il piacevole stile che è proprio
dell’autore, mostra nella trama non poche incongruenze e anche
alcune ingenuità. E’ quindi inutile attendersi chissà
cosa, ma è indubbio che come mezzo per trascorre piacevolmente
alcune ore è senz’altro riuscito e in tal senso la
lettura è senz’altro consigliabile.
Ben
Pastor,
nata a Roma, docente di scienze sociali nelle università
americane, ha scritto narrativa di generi diversi con particolare
impegno nel poliziesco storico. Della serie di Martin Bora Sellerio
ha già pubblicato Il
Signore delle cento ossa (2011), Lumen (2012), Il
cielo di stagno (2013), Luna
bugiarda (2013), La
strada per Itaca (2014), Kaputt
Mundi(2015), I
piccoli fuochi (2016), Il
morto in piazza (2017)
e La
notte delle stelle cadenti (2018).
Premio
Flaiano 2018
Renzo
Montagnoli
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