La
camera dello scirocco
di
Ben Pastor
Arnoldo
Mondadori Editore S.p.A.
Narrativa
romanzo
Pagg.
320
ISBN
9788804662433
Prezzo
Euro 12,00
L’ultimo,
per fortuna, di questa breve serie
Ben
Pastor, visti i buoni risultati di I misteri di Praga, si deve
essere detta per quale motivo non avrebbe dovuto riprovarci e allora
ha scritto questo romanzo, che in pratica è un seguito del
precedente, con gli stessi protagonisti, vale a dire il medico ebreo
Solomon Meisl e il primo tenente dei lancieri, ora diventati ulani,
Karel von Heida; la struttura è analoga con cinque capitoli,
che corrispondono ad altrettanti racconti legati da una consecutio
temporis, e con una ambientazione che cambia perché a
guerra scoppiata i militari vanno al fronte e in questo caso i due
personaggi principali, entrambi soldati (Meisl si è arruolato
ed è maggiore della sanità) si recano in Galizia, dove
le cose per l’imperial regio esercito non sono messe tanto
bene. Se I misteri di Praga era una novità con più
di un pregio e l’unico difetto consistente nella soluzione non
logica dei casi, La camera dello scirocco risulta
decisamente inferiore per qualità. Fermo restando che le
soluzioni dei cinque casi, di cui ai rispettivi capitoli La morte e
la fanciulla, La morte e San Giorgio, La morte all’Arcivescovado,
La morte in Galizia e La camera dello scirocco, sono per così
dire campate in aria, quello che appare carente, e che invece prima
era di rilievo, è l’ambientazione e finché i
fatti delittuosi avvengono a Praga bene, ma quando ci sposta
all’estrema regione orientale dell’impero, teatro di
battaglie, c’è una evidente approssimazione, e poi,
spiace dirlo, l’atmosfera di mistero è forzata,
artefatta, insomma l’opera, a mio parere, è poco
avvincente, anche perché irrealistica negli accadimenti, con
la guerra che dovrebbe contribuire al pathos e invece ha toni
smorzati, è un palcoscenico lontano, benché i
protagonisti vi siano dentro fino al collo. E’ un peccato, e mi
spiace, però deve essersi accorta anche Ben Pastor che in
questa serie la penna si era spuntata, tanto è vero che
successivamente a questo, uscito in Italia nel 2007 per i tipi della
Hobby & Work e poi ripubblicato da Mondadori nel 2016, non ha
provveduto a scrivere un seguito, forse perché i romanzi con
protagonista von Bora incontravano e incontrano un gradimento
indubbiamente superiore.
Non
ho altro da aggiungere, se non che nulla osta a leggere questo
romanzo, che nonostante colpi di scena a effetto finisce con il non
interessare più di tanto, perché manca di quegli
aspetti positivi di cui ho accennato.
Ben
Pastor,
scrittrice
italoamericana, all'anagrafe Maria
Verbena Volpi,
nata a Roma ma trasferitasi ben presto negli Stati Uniti, ha
insegnato Scienze sociali presso le università dell'Ohio,
dell'Illinois e del Vermont. Oltre a Lumen,
Luna bugiarda, Kaputt Mundi, La canzone del cavaliere, Il morto in
piazza, La Venere di Salò, Il
cielo di stagno,
- ovvero il ciclo del soldato-detective Martin Bora (pubblicati da
Hobby&Work a partire dal 2001 e poi da Sellerio) - è
autrice di I
misteri di Praga (2002), La
camera dello scirocco,
omaggi in giallo alla cultura mitteleuropea di Kafka e Roth (Hobby
&Work), nonché de Il
ladro d'acqua (Frassinelli
2007), La
voce del fuoco (Frassinelli
2008), Le
vergini di pietra e La
traccia del vento (Hobby
& Work 2012), una serie di quattro thriller ambientata nel IV
secolo dopo Cristo.
Nel
2006 ha vinto il Premio Internazionale Saturno d'oro come migliore
scrittrice di romanzi storici. Le sue opere sono pubblicate negli
Stati Uniti e in numerosi Paesi europei.
Un
suo racconto è incluso nell'antologia Un
Natale in giallo (Sellerio
2011).
Nel
2014 esconoe La
strada per Itaca, nel
2016 I
piccoli fuochi e
nel 2018
La
notte delle stelle cadenti.
Renzo
Montagnoli
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