La
casa sull’argine.
La
saga della famiglia Casadio
di
Daniela Raimondi
Casa
Editrice Nord
Narrativa
romanzo
Pagg.
400
ISBN
9788842932901
Prezzo
Euro 18,00
Sullo
sfondo il grande fiume
Se
non avessi letto la recensione positiva che ha scritto Franca
Canapini, poetessa e narratrice del cui giudizio mi fido, con ogni
probabilità non avrei letto questo romanzo, proprio perché
non sono uno di quelli che rincorre le novità, anzi in questo
periodo di totale o parziale segregazione a causa della pandemia mi
diletto con i classici. Tale premessa è indispensabile per
comprendere quanto ancor oggi conti il tam tam per la diffusione di
un libro, che nel caso specifico ho
preso in mano appena ultimata la lettura di un’opera corposa
come Il mulino del Po,
altra saga, quella della famiglia Sacerni. Anche in La
casa sull’argine il
più grande fiume italiano è sempre presente, magari
sullo sfondo, tranne quando si parla della disastrosa alluvione del
1951 in cui diventa terribile protagonista. Insomma, per certi
aspetti, ma non come trama, ci sono certe analogie con il romanzo di
Bacchelli, ed è evidente che arrivato all’ultima pagina
dell’opera della Raimondi il confronto è stato
inevitabile. Ebbene, dallo stesso La
casa sull’argine non
ne esce sminuita, anzi direi che un risultato di parità ci
starebbe tutto. C’è da chiedersi allora che cosa abbia
di così valido l’opera della Raimondi e dico subito che
presenta delle qualità non comuni. Del resto questa storia di
due secoli d’Italia vista dal basso, dal comportamento dei
singoli, dai loro sogni, dai loro desideri, ha la capacità di
avvincere pur senza raggiungere toni epici, ma con la forza che può
avere un romanzo corale. Viene subito in mente Cent’anni
di solitudine, tanto più
che un po’ d’America (il Brasile) possiamo trovare in
queste pagine ove tuttavia prevalenti ci sono le quattro case di
Stellata e la vita agreste. Probabilmente quando Giacomo Casadio si
innamora di Violica Toska, una zingara arrivata lì con una
carovana, e se ne innamora tanto da sposarla, non avrebbe potuto
immaginare che con lei avrebbe dato vita alla dinastia dei Casadio,
con i discendenti che alternano i caratteri somatici di lui e di lei
in modo ben marcato, tranne in un caso in cui sono entrambi presenti.
E la Violica da buona gitana predice il futuro con i tarocchi, un
futuro di eventi che puntualmente si verificheranno. E’ il
gioco del destino che di volta in volta gratifica o distrugge i
membri delle varie generazioni, la cui vita cosi è data di
seguire nel pre Risorgimento, nel Risorgimento stesso, nelle guerre,
poi sempre più avvicinandosi all’epoca attuale, con il
sussulto tragico degli anni di piombo. I personaggi sono tanti, come
le vicende, e quindi la lettura deve essere attenta, ma non
costituisce un problema, perché vuoi per lo stile piano e
conciso, vuoi per la capacità di ricreare ambienti e
atmosfere, e grazie anche un’analisi approfondita della
psicologia dei protagonisti principali, il romanzo avvince dalla
prima all’ultima pagina.
Non
sono uno che si lascia trascinare facilmente dall’entusiasmo,
ma sinceramente La casa
sull’argine mi ha
emozionato, mi ha fatto sentire vicino ai personaggi più di
quanto si possa credere, perché non si tratta di eroi, si
tratta di uomini e donne della “bassa” che nascono,
vivono e muoiono ai lati di questo grande fiume che bagna anche il
mio paese, protagonisti rivieraschi con caratteristiche che ritrovo
in me e nei miei compaesani. Ognuno ha la sua personalità, nel
bene e nel male, né tutto buono, né tutto cattivo, sono
tutti attori veritieri e perciò apprezzabili della commedia
della vita, in cui l’autentico eroismo è riuscire a
essere sempre se stessi.
Da
leggere, lo merita.
Daniela
Raimondi
è
nata in provincia di Mantova e ha trascorso la maggior parte della
sua vita in Inghilterra. Ora si divide tra Londra e la Sardegna.
Ha
pubblicato dieci libri di poesia che hanno ottenuto importanti
riconoscimenti nazionali. Suoi racconti sono presenti in antologie e
riviste letterarie. La
casa sull'argine è
il suo primo romanzo.
Renzo
Montagnoli
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