Viaggio
al centro della terra
di
Jules Verne
Feltrinelli
Editore
Narrativa
Pagg.
302
ISBN
9788807903472
Prezzo
Euro 9,00
Viva
la fantasia!
Jules
Verne e H. G. Wells posso giustamente essere considerati i fondatori
del genere fantascientifico. Particolarmente prolifico è stato
il primo, con una varietà di opere e di trame indubbiamente
notevole, ma se Ventimila
leghe sotto i mari e
Dalla
Terra alla Luna stupiscono
per aver previsto con largo anticipo i notevoli successi in campo
scientifico del genere umano, c’è un altro romanzo che
costituisce un esempio di fantasia ben difficilmente concretizzabile
in realtà ed è Viaggio
al centro della terra.
Perchè sia irrealizzabile è abbastanza evidente, viste
le pressioni e le temperature che impedirebbero qualsiasi tentativo
di giungere al nucleo terrestre, senza dimenticare che il progetto
non rivestirebbe interesse economico.
In
Viaggio
al centro della terra si
narra di un percorso sotterraneo effettuato da uno scienziato tedesco
e dai suoi collboratori, un viaggio in un mondo che Verne lascia
intuire che un tempo fosse invece in superficie.
Adesso
può far sorridere la descrizione di questo territorio
inesplorato, soprattutto alla luce delle nostre conoscenze maturate,
ma all’epoca in cui il romanzo uscì rappresentò
un motivo di interesse notevole che giustificò ampiamente il
grande volume di vendite.
La
fantasia di Verne ha dell’incredibile con un mondo sotterraneo
dve c’è un vasto lago con funghi giganteschi e ci sono
animali preistorici. Dato che lo scrittore francese ha sempre cercato
di dare uno spunto scientifico alle sue opere è giusto
ricordare che questo percorso viene fatto iniziare calandosi nel
cratere di un vulcano, l’islandese Sneffels, e riemergendo poi
nel corso di un’eruzione dello Stromboli (è evidente che
sarebbe l’itinerario più logico, anche se occorre
chiudere gli occhi sulle inevitabili nefaste conseguenze di una
simile partenza, per non dire poi dell’incredibile arrivo). Il
romanzo ancor oggi tuttavia rappresenta una buona lettura di
evasione, tanto è vero che dallo stesso sono state tratte
diverse pellicole cinematografiche.
Jules
Verne,
scrittore francese (Nantes 1828 - Amiens 1905). Figlio primogenito di
un avvocato, a lui spettava di proseguire la professione del padre.
Ma fin da ragazzo rifiutava gli studi e si aggirava per la città
e le banchine del porto, avido di racconti marinari e avventurosi. Il
fratello Paul, più fortunato, potè seguire la sua
vocazione e arruolarsi in marina per poi viaggiare, come aveva sempre
sognato insieme a Jules. Questi invece, dopo una breve avventura -
quando dodicenne riuscì a imbarcarsi su un mercantile diretto
in America, venendo subito scovato, redarguito e rispedito a casa –
venne mandato a Parigi per seguire gli studi di giurisprudenza. Ma il
ragazzo non si applicava e questa negligenza incrinò presto i
rapporti con il padre, che gli tolse la rendita mensile che gli
serviva a sopravvivere: egli prese a trascorrere le sue giornate in
biblioteca, per riscaldarsi e per poter leggere romanzi d'avventura e
di viaggi. Aveva infatti promesso, dopo quella bravata sul
mercantile, che non avrebbe più viaggiato, se non con
l'immaginazione. Fu durante una di quelle lunghe giornate che, per
puro caso, si imbattè in A. Dumas. L'aneddoto racconta che il
giovane cadde addosso allo scrittore scivolando come un monello dalla
ringhiera di una scala. Dumas lo prese in simpatia e lo introdusse
nell'ambiente letterario. Nonostante l'innata attrazione per la
letteratura scientifica e i diari di viaggi e d'avventura, V.
cominciò a scrivere sceneggiature teatrali, commedie e
libelli. Con l'aiuto di Dumas riuscì a vendere qualche lavoro
e ottenne il posto di segretario al Théàtre Lyrique
(1850). Scrisse anche libretti di "opera comique" con
scarso successo. Nel 1856 sposò una ricca vedova, Honorine
Anne Hebe-Morel, che risolse finalmente il problema della sua
sussistenza economica. Nel frattempo concluse gli studi voluti dal
padre e divenne agente di cambio. Il lavoro però non lo
interessava affatto, mentre continuava ad alimentare la passione per
la lettura. Frequentando i circoli scientifici conobbe Felix
Tournachon, con il quale progettò dettagliatamente un viaggio
in pallone. Fortunatamente non riuscì a salire su quel
pallone, mentre il suo amico precipitò malamente dopo un breve
volo. Da allora cominciò a scrivere il diario di bordo di
quell'ipotetico viaggio. Il lavoro venne rifiutato da tutti gli
editori a cui lo presentò, finché non lo propose a
Jules Hezel, editore per ragazzi. Cinque settimane in pallone (Cinq
semaines en ballon) venne pubblicato nel 1863 ottenendo una buona
accoglienza e V. firmò un contratto per due romanzi all'anno;
da allora ne scrisse 60, con straordinario successo. Non perse mai la
passione per il teatro e si occupò della versione teatrale di
alcuni tra i suoi romanzi più famosi. Si ritirò ad
Amiens, dove divenne consigliere municipale e fu attivissimo
cittadino. La celebrità gli procurò anche dei nemici:
nel 1886 un pazzo gli sparò davanti al cancello di casa
ferendolo a una gamba e rendendolo zoppo. Lo scrittore non si
verdette d'animo e continuò a lavorare fin oltre i
settant'anni.
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L'Enciclopedia della Letteratura (DeAgostini)
Renzo
Montagnoli
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