Il
dottor Bergelon
di
Georges Simenon
Edizioni
Adelphi
Narrativa
Pagg.
195
ISBN
9788845936524
Prezzo
Euro 18,00
Un
uomo senza qualità
Con
Il dottor Bergelon si parte da un caso di malasanità,
provocato dall’assoluta indifferenza di chi dovrebbe
salvaguardare una vita e invece non fa il suo dovere. Che poi il
dottor Malin e il dottor Bergelon nella circostanza siano ubriachi
non è di certo un’attenuante, bensì
un’aggravante, perché la deontologia professionale
imporrebbe a due medici la sobrietà e la disponibilità,
requisiti che nel caso del parto travagliato di una giovane donna
sono stati talmente assenti, che non solo in nascituro è morto
subito, ma che ha comportato anche il decesso della puerpera. Si dà
però il caso che il vedovo non sia d’accordo sulla
giustificazione di comodo circa l’impossibilità di
salvare il bimbo e la madre e che dia inizio a una sottile vendetta,
prendendo soprattutto di mira chi ha meno colpe (il dottor Bergelon),
ma che appare per le sue caratteristiche l’ideale capro
espiatorio. Inizia così per il medico in questione, che già
vive un’esistenza grigia, un periodo di grande difficoltà,
fra lettere minatorie e incontri per la strada non proprio
amichevoli. Che fare? La decisione è quella di sparire, di
cambiare vita, magari senza riuscirci, ma almeno per non essere
passivo ed esperire così questo estremo tentativo. La sua
sembrerebbe una fuga senza speranza, ma quasi all’improvviso il
vedovo smette di perseguitarlo, dicendogli in un incontro ravvicinato
che ha trovato nuove motivazioni per vivere ed è così
che Bergelon rinuncia alla possibilità di mettersi alla prova
ricominciando da zero, perché torna a casa, dalla moglie e dai
figli, e al suo grigiore quotidiano, in una vicenda in cui domina,
per colpa del protagonista, uno squallore disarmante.
Che
Simenon sia capace di aprire l’animo umano, di fare un’analisi
psicologica approfondita è una qualità che non gli fa
difetto ed è notoria; questa volta, però, ha a che fare
con un personaggio che è un incompiuto: si è innamorato
di sua moglie senza particolare trasporto, come se fosse una routine
giornaliera, fa il medico di quartiere come un impiegato che timbra
il cartellino, ha un’attrazione per una prostituta che guarda
caso è l’amante di Cosson (il vedovo), ha una relazione
occasionale in villeggiatura al mare con una donna con un figlio,
rifiuta a un amico un’offerta di lavoro che gli consentirebbe
di togliersi di dosso quell’abito di mediocrità che da
sempre l’accompagna. Insomma, il dottor Bergelon si lascia
trascinare dalla vita, non ha rimorsi e nemmeno gioie, vegeta, si
potrebbe dire, ed è lì l’origine dello squallore.
Descrivere
la psicologia di un individuo così è difficile e non è
facile nemmeno per un narratore come Simenon, tanto che riesce solo
in parte nello scopo, un risultato tuttavia che influisce
relativamente sulla gradevolezza della lettura. Non sarà il
miglior romanzo di Simenon, o uno dei suoi migliori, ma resta il
fatto che chi legge non può che apprezzare, provando anche un
senso di repulsione per quell’uomo senza qualità che è
il dottor Bergelon.
Georges
Simenon (Liegi,
13 febbraio 1903 – Losanna, 4 settembre 1989). Romanziere
francese di origine belga. La sua vastissima produzione (circa 500
romanzi) occupa un posto di primo piano nella narrativa
europea.
Grande
importanza ha poi all'interno del genere poliziesco, grazie
soprattutto al celebre personaggio del commissario Maigret.
La
tiratura complessiva delle sue opere, tradotte in oltre cinquanta
lingue e pubblicate in più di quaranta paesi, supera i
settecento milioni di copie. Secondo l'Index
Translationum,
un database curato dall'UNESCO, Georges Simenon è il
quindicesimo autore più tradotto di sempre.
Grande
lettore fin da ragazzo in particolare di Dumas, Dickens, Balzac,
Stendhal, Conrad e Stevenson, e dei classici. Nel 1919 entra come
cronista alla «Gazette de Liège», dove rimane per
oltre tre anni firmando con lo pseudonimo di Georges
Sim.
Contemporaneamente
collabora con altre riviste e all'età di diciotto anni
pubblica il suo primo romanzo.
Dopo
la morte del padre, nel 1922, si trasferisce a Parigi dove inizia a
scrivere utilizzando vari pseudonimi; già nel 1923 collabora
con una serie di riviste pubblicando racconti settimanali: la sua
produzione è notevole e nell'arco di 3 anni scrive oltre 750
racconti. Intraprende poi la strada del romanzo popolare e tra il
1925 e il 1930 pubblica oltre 170 romanzi sotto vari pseudonimi e con
vari editori: anni di apprendistato prima di dedicarsi a una
letteratura di maggior impegno.
Nel
1929, in una serie di novelle scritte per la rivista «Détective»,
appare per la prima volta il personaggio del Commissario Maigret.
Nel
1931, si avvicina al mondo del cinema: Jean Renoir e Jean Tarride
producono i primi due film tratti da sue opere.
Con
la prima moglie Régine Renchon, intraprende lunghi viaggi per
tutti gli anni trenta. Nel 1939 nasce il primo figlio, Marc.
Nel
1940 si trasferisce a Fontenay-le-Comte in Vandea: durante la guerra
si occupa dell'assistenza dei rifugiati belgi e intrattiene una lunga
corrispondenza con André Gide. A causa di un'errata diagnosi
medica, Simenon si convince di essere gravemente malato e scrive,
come testamento, le sue memorie, dedicate al figlio Marc e
raccolte nel romanzo autobiografico Pedigree.
Accuse
di collaborazionismo, poi rivelatesi infondate, lo inducono a
trasferirsi negli Stati Uniti, dove conosce Denyse Ouimet che
diventerà sua seconda moglie e madre di suoi tre figli. Torna
in Europa negli anni Cinquanta, prima in Costa azzurra e poi in
Svizzera, a Epalinges nei dintorni di Losanna.
Nel
1960 presiede la giuria della tredicesima edizione del festival di
Cannes: viene assegnata la Palma d'oro a La
dolce vita di
Federico Fellini con cui avrà una lunga e duratura amicizia.
Dopo pochi anni Simenon si separa da Denyse Ouimet.
Nel
1972 lo scrittore annuncia che non avrebbe mai più scritto, e
infatti inizia l'epoca dei dettati: Simenon registra su nastri
magnetici le parole che aveva deciso di non scrivere più. Nel
1978 la figlia Marie-Jo muore suicida. Nel 1980 Simenon rompe la
promessa fatta otto anni prima e scrive di suo pugno il romanzo
autobiografico Memorie
intime,
dedicato alla figlia.
Georges
Simenon muore a Losanna per un tumore al cervello nel 1989.
Renzo
Montagnoli
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