Per
cosa si uccide
di
Gianni Biondillo
Guanda
Editore
Narrativa
Pagg.
296
ISBN
9788823529618
Prezzo
Euro 18,00
Una
piacevole sorpresa
Quattro
stagioni, quattro casi da risolvere. Si comincia con l’estate e
un cane ammazzato in un grande condominio popolare, a cui segue
l’omicidio del padrone; si passa poi all’autunno con
l’uccisione dapprima di un ricco costruttore edile e
successivamente del figlio; con l’inverno arriva anche la
rapina a un supermercato, con sparatoria, e infine la primavera non
genera solo nuova vita, ma porta anche la morte, violenta, di una
signora non più giovane. Se non fosse per la presenza della
stessa squadra della polizia di stato in tutte le indagini si
potrebbe pensare a quattro racconti a sé stanti e invece c’è
il fil rouge della storia di un anno di un gruppo di investigatori,
fra cui, protagonista assoluto, suo malgrado, è l’ispettore
Michele Ferraro, un uomo quasi anonimo, separato con una figlia, vive
da solo nel quartiere di Quarto Oggiaro, alla periferia di Milano, un
insieme di condomini senza pretese, dormitori della classe operaia e
brulicanti di esponenti della piccola criminalità, dai
contrabbandieri di sigarette ai piccoli spacciatori. Non è il
Bronx, ma poco ci manca, è, con un termine tutto italiano, il
ventre molle di una metropoli. Ferraro sarà un uomo senza
particolari qualità, ma merita lo stipendio per il suo lavoro
poco appariscente, ma che arriva puntualmente al successo. Certo il
metodo investigativo non è canonico, lascia un po’ a
desiderare, ma fra svarioni e sbagli alla fine, quasi per miracolo,
ogni caso viene risolto.
Per
cosa si uccide si fa apprezzare in modo particolare non tanto
per le trame, quanto invece per la descrizione di una Milano
periferica che attraverso le pagine fa quasi sentire la sua aria di
degrado, con un predominio pressoché costante delle diverse
tonalità del grigio. Non solo, però, perché del
tutto apprezzabile è l’ironia con cui l’autore
riesce a permeare le sue storie, un’ironia che stempera a volte
la violenza della trama e che può far sorridere il lettore.
La titanica notte d’amore dell’ispettore con la ricca
ereditiera, l’impegno e lo sfinimento che lo assalgono e che
alla fine lo lasciano spossato e svuotato di ogni energia è
descritta così bene e con leggerezza, nonostante l’erotismo,
e appunto con una vena di ironia, da meritare quasi un plauso a scena
aperta.
Nonostante
le 296 pagine il libro si legge quasi d’un fiato, anche per lo
stile snello, ma non povero, insomma Per cosa si uccide
non è solo un romanzo d’evasione.
Gianni
Biondillo
(Milano, 3 febbraio 1966). Architetto
e saggista scrive per il cinema e per la televisione. Fa parte della
redazione di Nazione Indiana. Ha pubblicato per l'Universale di
Architettura diretta da Bruno Zevi, Carlo
Levi e Elio Vittorini. Scritti di architettura (1997)
e Giovanni
Michelucci. Brani di città aperti a tutti (1999).
Nel
2001 ha pubblicato, per Unicopli: Pasolini.
Il corpo della città,
con un'introduzione di Vincenzo Consolo.
Il
suo primo romanzo, nel 2004 per i tipi di Guanda, è Per
cosa si uccide, "un
tributo di riconoscenza dello scrittore verso la propria città,
che viene descritta in tutte le sue molteplici sfaccettature".
Sempre
per Guanda sono usciti Con
la morte nel cuore
(2005), Per
sempre giovane (2006), Il
giovane sbirro (2007)
e nel 2008 la raccolta di saggi Metropoli
per principianti,
il saggio Manuale
di sopravvivenza del padre contemporaneo,
scritto a quattro mani con Severino Colombo, oltre all'antologia di
racconti erotici al maschile da lui curata, Pene
d'amore.
Del
2014 il racconto lungo Nelle
mani di Dio. Un'indagine dell'ispettore Ferraro (Guanda).
Nel
2015 ha pubblicato L'incanto delle
sirene. Un'indagine dell'ispettore Ferraro, nel
2016 Il
giovane sbirro e Come
sugli alberi le foglie, e
nel 2018 Il
sapore del sangue sempre
con Guanda.
Renzo
Montagnoli
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