La
Salita dei Saponari
di
Cristina Cassar Scalia
Edizioni
Einaudi
Narrativa
Pagg.
312
ISBN
9788806246075
Prezzo
Euro 18,00
Non
del tutto convincente
Quando
un gruppo di personaggi, che si ritrovano a ogni episodio, è
particolarmente azzeccato si finisce inevitabilmente con il
considerarli un po’ come parte di noi. Comprendo che la parola
affetto nei loro confronti può suonare eccessiva quando
l’oggetto dello stesso sono il frutto di pura fantasia, ma
aprire un libro già sapendo che si mostreranno poco a poco ai
nostri occhi è di per se stesso motivo di piacere, perché
è così ancora più facile che possiamo entrare
nella vicenda, beninteso da spettatori e non da protagonisti. Da
questo punto di vista occorre dire che Cristina Cassar Scalia è
riuscita a fidelizzare il lettore, interessato in particolar modo
alle vicende personali del vice questore Vanina Guarrasi e di tutti i
suoi collaboratori, tanto che la trama del poliziesco vero e propria
passa in secondo piano. Vero è però che le vicende sono
ben congegnate, che gli intrighi non sono mai ripetitivi e, ciliegina
sulla torta, che le soluzioni delle indagini sono sempre logiche.
Logiche? Questo almeno per i due precedenti episodi (Sabbia nera
e La logica della lampara), perché qualche riserva
avrei da esprimere per La salita dei Saponari. Nel caso
specifico abbiamo una vicenda inquietante, di carattere
internazionale, con un cubano, diventato poi americano, trovato morto
ammazzato in un auto parcheggiata all’aeroporto di Catania e
pochi giorni dopo con il ritrovamento del cadavere di una donna non
più giovane nel pozzo del cortile di un albergo di Taormina.
Che le morti, violente, siano collegate emerge fin da subito, anche
se le indagini sono difficili, tanto che arriva in soccorso da Roma
un dirigente dell’Interpol, il quale non fa nulla di più
che fornire dati sul morto dell’aeroporto, peraltro passatigli
da il Federal Bureau of Investigation, insomma sembrerebbe uno
specchietto per le allodole. Ovviamente, mentre proseguono serrate le
investigazioni, vanno avanti le storie personali dei protagonisti,
che questa volta hanno più spessore della trama poliziesca. E’
inutile che dica che fra mille problemi, fra indizi che si rivelano
fittizi, fra soluzioni che sembrano definitive, ma che non
accontentano Vanina, si arriverà a chiudere l’indagine,
assicurando i colpevoli alla giustizia.
Tuttavia,
se per l’omicidio della donna c’è una logica
stringente che porta a identificare il reo, per quello morto in
aeroporto la conclusione non è del tutto convincente e non sto
a dire il perché, in quanto anticiperei un po’ troppo e
questo in un thriller sarebbe imperdonabile.
Comunque,
tutto sommato, e per concludere, posso dire che La salita dei
Saponari, più che piaciuto, non mi è
dispiaciuto; infatti si legge, spesso con interesse, ma la
conclusione mi ha lasciato un po’ sorpreso, tanto più
che ho avuto l’impressione di un che di posticcio, di una
forzatura senza la quale non si sarebbe potuto finire il libro.
Cristina
Cassar Scalia
(1977) è originaria di Noto. Medico oftalmologo, vive e
lavora a Catania. Ha raggiunto il successo con i romanzi Sabbia
nera (2018), La
logica della lampara (2019), La
Salita dei Saponari (2020), L’uomo
del porto (2021)
e Il
talento del cappellano (2021)
– tutti pubblicati da Einaudi Stile Libero – che hanno
come protagonista il vicequestore Vanina Guarrasi; da questi libri,
venduti anche all’estero, è in progetto la realizzazione
di una serie tv. Con Giancarlo De Cataldo e Maurizio de Giovanni ha
scritto il romanzo a sei mani Tre
passi per un delitto (Einaudi
Stile Libero 2020).
Renzo
Montagnoli
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